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Intervista al giocatore portoghese Joao Monteiro, approdato quest'anno in Italia, tratta dal sito della Butterfly.

Joao Monteiro, (25), è con Marcos Freitas (23) e Tiago Apolonia (20) uno dei titolari della giovane squadra nazionale portoghese alla quale non pochi esperti attribuiscono un grande potenziale. Quattro anni fa ha lasciato il suo Paese facendo la scelta professionistica prima in Germania e ora in Italia con l’obiettivo di migliorarsi, cosa che il Portogallo non sarebbe stata possibile. Il suo obiettivo è quello di entrare tra i primi venti del mondo.

Joao, sei il numero uno in Portogallo ed il 55 del Ranking Mondiale. Con Freitas ed Apolonia sei parte di una squadra in crescita e considerata di grandi speranze per essere tra quelle leader in Europa. Come è stato raggiunto questo risultato dal tennistavolo portoghese?
“Siamo veramente una buona squadra. Da sempre, da quando abbiamo cominciato, lavoriamo insieme. In Portogallo il tennistavolo è ancora uno sport minore. Noi abbiamo cominciato ad avere buoni risultati già nelle giovanili anche a livello europeo e quando siamo diventati senior sono arrivati i problemi in quanto in Portogallo non c’è professionismo nel nostro sport. Così ho deciso di andare in Germania. Per me è stato un passo importante e Marco e Tiago mi hanno seguito, senza questa scelta non saremmo arrivati dove siamo.

I risultati che avete raggiunto hanno avuto effetti positivi sul tennistavolo portoghese?
“C’è un ottimo livello di base. Si è creata una buona struttura di alto livello per cadetti e junior. I problemi arrivano quando si diventa senior a causa della mancanza di risorse per il professionismo e questo accade anche per gli altri sport tranne per il calcio che trova soldi ovunque. Da qui la necessità per noi di andare all’estero: Germania, Francia, Italia e Danimarca, nazioni dove abbiamo la possibilità di incontrare giocatori forti e guadagnare abbastanza giocando.”

Quando hai iniziato a giocare e come è successo?
“Ho iniziato a nove anni. Prima avevo sempre giocato per divertimento a ping pong con i miei cugini in Svizzera. Una volta Philippe Meral venne alla mia scuola a Lisbona, mi vide, mi disse che avevo buone predisposizioni per diventare un buon giocatore di tennistavolo e mi invitò ad allenarmi. Fui subito affascinato e da allora la passione mi per questo gioco mi ha conquistato.”

Perchè? che cosa c’è di così attraente nel tennistavolo?
“Mi diverte tantissimo assistere a scambi lunghi e spettacolari. Anche i miei amici si sorprendevano di quanto fosse bello veder giocare a tennistavolo e quanto potesse essere veloce come gioco, le prime volte che mi hanno visto giocare.”

Per quanto tempo hai giocato in Germania?
“Ho giocato tre anni per il TTF Liebherr Ochsenhausen  prima di arrivare allo Sterilgarda Castel Goffredo in Italia all’inizio di quest’anno. Con Mihai Bobocia e Guo Jinhao formiamo una squadra giovane allenata da Yang Min che come sapete è ancora un ottimo giocatore oltre che avere una grandissima esperienza. Abbiamo inoltre la possibilità di allenarci sempre ad alto livello con tanti giovani cinesi bravi. Vogliamo vincere lo scudetto italiano e cercare di fare la miglior figura possibile in Champion’s League.”

Hai 25 anni e certamente hai un progetto per il tuo futuro…
“Per il  momento sono sicuro che posso migliorare molto in questo gruppo con Yang Min e questa squadra di giovani talenti.”

Ti riferisci alla tecnica? Ci sono difetti nel tuo gioco?
“Fondamentalmente puoi migliorare tutto nel tuo gioco. Se guardi a Boll o Samsonov ti accorgi subito che loro commettono molti meno errori degli altri che li seguono in classifica. Questo è il frutto di un lavoro duro non solo a correzione dei difetti ma anche per migliorare quei colpi che rappresentano i tuoi punti di forza.”

Quanto è importante la testa?
“E’ importantissima in tutti gli sport. Di solito chi ha un buon gioco, una buona tecnica ed una testa all’altezza della situazione è difficile da battere.”

Insisto sul tuo futuro. Ultimamente dal n. 55 del ranking mondiale, dopo aver raggiunto i quarti di finale ai Campionati Europei di Sanpietroburgo, sei saltato al n. 46. Dove vorresti arrivare?
“Nel Ranking Mondiale il mio obiettivo è un posto tra i primi venti. Poi mi piacerebbe vincere qualche medaglia ai Mondiali o agli Europei. A Sanpietroburgo non ci sono andato tanto lontano.”

La domanda obbligatoria che facciamo alla fine della nostra intervista: cosa cambieresti nel tennistavolo se dipendesse da te?
“Intanto aumentare la copertura televisiva, che è aumentata negli ultimi anni ma secondo me ancora non abbastanza. Dobbiamo lavorare per render il tennistavolo maggiormente popolare e conosciuto. L’ITTF dovrebbe fare di questo uno dei suoi punti di lavoro fondamentali.”

Qual è il tuo sogno più grande in materia di tennistavolo?
“Avere la sensazione che in certe situazioni sono veramente riuscito a dare il meglio di me stesso e la gente possa dire: quel ragazzo portoghese gioca veramente bene. Poi… forse…mi piacerebbe che i bambini, non solo in Portogallo, dicessero: mi piacerebbe giocare come lui.”

(Traduzione di Corrado Attili)