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Il responsabile tecnico della nazionale azzurra maschile assoluta, Lorenzo Nannoni, ha partecipato alla terza Conferenza Europea per allenatori che si è svolta alla nuova Accademia di Werner Schlager in Austria. Durante l’esperienza è stato intervisto dall’addetto stampa dell’ETTU, Milica Nikolic, intervista che è stata pubblicata nel sito delle federazione europea e che noi abbiamo tradotto.
Mi sembri molto soddisfatto di queste lezioni e della scelta degli argomenti?
“E’ stato un seminario molto interessante ed importante per me. E’ per me la prima esperienza di questi tipo. E’ molto utile ascoltare le opinioni degli altri e cercare di imparare ed apprendere quanto più possibile dai differenti metodi di allenamento. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere le esperienze di Jean Claude Decret e tutti sappiamo quanto sia vincente il sistema francese. Così come è stato molto prezioso poter assistere alla presentazione di Viorel Filimon e Marta Novotna a proposito del tennis tavolo femminile. Sono abituato a lavorare con i maschi e molti aspetti del tennis tavolo femminile non mi sono familiari. Certamente torno a casa in Italia con qualcosa in più da mettere in pratica.”
Parliamo della situazione del tennis tavolo italiano?
“In passato si è deciso di dare poteri e responsabilità ai club ma forse non è stata una decisione del tutto positiva. I club non hanno le condizioni ed i mezzi per creare giocatori di massimo livello. Abbiamo un club, Castel Goffredo, con il campione europeo allievi Leonardo Mutti, è molto giovane e bisogna investire quanto più possibile in questo ragazzo se vogliamo che raggiunga risultati anche tra i senior. Credo che in aggiunta al lavoro dei club sia necessario tornare a lavorare in Centri di Allenamento e sgravare di responsabilità le società sportive che secondo me non hanno funzionato.”
Certo l’Italia per essere competitiva ha bisogno di poter contare su più di un giocatore.
“E’ difficile raggiungere buoni risultati nella situazione attuale. Sono d’accordo con Mario Amizic – la cui lezione è stata molto apprezzata da Nannoni – quando dice che dobbiamo tenere conto delle differenze tra i due continenti, europeo ed asiatico. Dobbiamo imparare dagli asiatici perché sono più bravi di noi e cercare di interpretarlo al meglio nel nostro lavoro. Non possiamo soltanto copiare la loro esperienza, va adattata alle nostre esigenze.”