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L'arbitro di tennistavolo, nonchè ufficiale della Finanza, Aldo Galante è stato oggetto di una bella intervista dal Resto del Carlino sulla sua grande passione per l'arbitraggio del ping pong.

Il Tenente che sogna le Olimpiadi

Reggio Emilia - Due divise per uno. E stavolta pare proprio il caso di dirlo. Perché per Aldo Galante, abruzzese d’origine ma reggiano d’adozione, l’uniforme rappresenta un aspetto fondamentale. Un elemento essenziale della quotidianità. Nemmeno il tempo, infatti, di smettere quella grigio-verde da tenente della Guardia di Finanza, che ecco apparirne un’altra. Quella da arbitro internazionale di tennis tavolo. Sì esatto: tennis tavolo. Per tanti di noi, oratorio docet, il più comune ping pong. Quanti pomeriggi trascorsi in compagnia di amici, tra racchette di legno, tavoli verdi e palline di celluloide? Un’infinità. Per tanti, anzi tantissimi, uno splendido passatempo. Per Galante, qualcosa di più. E da più di vent’anni. “Ho iniziato nel 1987, ai tempi dell’università. In origine giocavo ed arbitravo”
E poi?
“E poi mi è stato chiesto di diventare arbitro. La disciplina è davvero affascinante. Unica. Ho accettato perché era troppo l’interesse”
Una carriera brillante, fino alla nomina ad internazionale nel 2004?
“Senza dubbio è stata una gran bella soddisfazione. Dopo la trafila da arbitro nazionale, la promozione è stata una gioia indescrivibile. Un sogno che diventava finalmente realtà. Anche se, agli inizi (sorride), ero un po’ indeciso”
In che senso?
“Arbitravo sia partite di calcio che di tennis tavolo. Poi la passione enorme e le immediate possibilità di fare carriera hanno fatto il resto. Ho scelto definitivamente il tavolo verde”
A proposito, quanti sono gli arbitri di tennis tavolo italiani?
“La Fitet, (sito web www.fitet.org), presieduta da Franco Sciannimanico, può contare su circa 190 arbitri. Oltre a 20.000 iscritti. Ma, tutti insieme, stiamo cercando di far appassionare a questa disciplina un numero sempre maggiore di persone”
Attraverso quali strumenti?
“Già da qualche anno abbiamo intrapreso una forte campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle università. In Italia, a differenza di tanti altri paesi europei e non solo, il ping pong è considerato semplicemente un passatempo. Non una vera e propria disciplina sportiva”
Perché secondo lei?
“Perché essenzialmente mancano due cose: un campione e lo spazio concesso dai media. Ci sono tanti ottimi giocatori ma, al momento, ancora nessun fuoriclasse. Se l’Italia potesse contare su una stella del tennis tavolo, i media, certamente, assicurerebbero maggiore visibilità a questo sport. E, quindi, l’interesse della gente sarebbe molto più elevato”
E’ appena rientrato dall’Open di Brema, Germania. Come è andata?
“Fortunatamente bene. E’ stata una quattro giorni intensa. Una manifestazione che ha visto anche la partecipazione, e il successo finale, di Timo Boll, numero 4 del ranking mondiale. Come sempre, tanta emozione ma grandi gioie e soddisfazioni”
Quali caratteristiche sono fondamentali per un internazionale di tennis tavolo?
“Conoscenza della lingua inglese, ottima preparazione tecnica e, soprattutto, grandissima attenzione. In particolar modo alla ‘spigolatura’”
Spigolatura? Di che si tratta?
“E’ il classico colpo che sfiora appena il tavolo. Per intenderci, quello che, all’oratorio, ci fa chiedere scusa a chi abbiamo di fronte. Tra i professionisti, la pallina viaggia ad una velocità talmente elevata che, spesso, si fatica addirittura a capire se abbia toccato o meno il campo di gioco. E’ in quella circostanza che all’arbitro è richiesto lo sforzo maggiore”
Come ci si prepara per arbitrare al meglio?
“Semplicemente arbitrando. E’ la tecnica migliore, quella che permette di ottenere ottimi risultati”
E quando si entra in un palazzetto pieno zeppo di gente, cosa si prova?
“Di certo l’emozione è enorme. Poi inizia la partita e tutto passa. Alla fine, però, la soddisfazione è davvero indescrivibile”
E per il futuro, cosa si aspetta?
“Dopo gli europei di Copenaghen nel 2005 e di Belgrado nel 2007, l’appuntamento più importante per quest’anno è quello con i Giochi del Mediterraneo di giugno. Un altro impegno davvero probante”
Ok Allora ci proviamo noi: Londra 2012…
“Un sogno. Magari…”

Roberto Giampietri
(il Resto del Carlino-Sport Reggio)