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Ugo LuccioIl tennistavolo italiano è in lutto per la morte, all’età di 80 anni, di Ugo Luccio, che ha rappresentato per anni il riferimento tecnico della squadre azzurre.

Di origini romane, aveva però sempre vissuto a Milano. Dopo essere stato un atleta di buon livello e aver vinto, fra l’altro, il titolo italiano di doppio misto di terza categoria e il campionato a squadre di serie B con il CSI Milano, nei primi anni ’60 subentrò a Lionello De Cristofano nel ruolo di commissario tecnico delle Nazionali.

Nel 1969 venne reintrodotta la commissione tecnica, organo che già esisteva prima del suo avvento alla guida unica, che fu composta  da Luccio e da Adriano Muzio e Silvio Magni. Fra le prime iniziative ci fu l’organizzazione a Paderno del Grappa, con l’aiuto logistico di Gianfranco Trovò, del primo vero raduno collegiale a livello nazionale, con la partecipazione di una ventina di giocatori dei settori assoluto e giovanile maschili. Luccio mantenne la direzione tecnica fino a metà anni ’70, poi si dimise.

Lo ricorda bene e con grande stima Marcello Bicini, che per una trentina d’anni ha presieduto la Commissione Nazionale Gare, specializzandosi in particolare nei campionati a squadre, ed è stato il braccio destro del presidente federale Vito Penna, cui lo lega una lunga amicizia, iniziata sui banchi del Liceo Classico. «Ho svolto tutta la mia carriera all’Inps - spiega Bicini - e i primi due anni ho lavorato a Milano, dove ho avuto modo di incontrare spesso Luccio e d’instaurare con lui un ottimo rapporto. Come tecnico l’ho sempre considerato uno dei più preparati, se non il numero uno, e a lungo è stato veramente un punto di riferimento sia per noi dirigenti sia per gli allenatori che curavano la preparazione e le tattiche dei giocatori. Era un personaggio carismatico, molto serio e affidabile e le sue opinioni erano sempre tenute nella massima considerazione».  

Molti ricordi accomunano Luccio ad Alberto Pelizzola, campione italiano assoluto di singolare nel 1970, per altre tre volte di doppio maschile (1969-1970-1971) e di doppio misto (1970-1971-1972), vincitore a squadre con il CSI Milano di uno scudetto e di quattro Coppe Italia e con all’attivo oltre 50 presenze in Nazionale, dal 1968 al 1975. Con Luccio Pelizzola ha anche condiviso un’importante esperienza professionale. «L’ho frequentato - ricorda - da quando avevo 14 anni a quando ne avevo quasi 60. Ho iniziato a giocare a ping pong all’oratorio e lui ogni tanto veniva, ci siamo conosciuti così, poi mi sono tesserato per il CSI  e Ugo allora era un seconda categoria. Ogni tanto giocavamo assieme. In un torneo a Genova nel 1967 vinsi la gara juniores e persi contro di lui nei seconda, perché conosceva bene il mio gioco e i miei punti deboli. Lui era sempre stato nella Commissione Tecnica con Fernando Radice e si occupava delle classifiche, quando è diventato il responsabile tecnico della Nazionale le nostre strade si sono incrociate maggiormente. Mi ha convocato per i miei primi Mondiali a Monaco nel 1969. In più, vivendo entrambi a Milano, ci trovavamo spesso a giocare al Vigorelli. Ritengo che dal punto di vista tecnico sia stato il primo ad avere una competenza specifica in Italia. È stato il primo a portare avanti un discorso da allenatore, che ha svolto anche seguendo individualmente, con ore e ore trascorse in palestra, allievi come Paolo Bargagli e Marco Montemagno».

Sul fronte lavorativo «nel 1982 abbiamo creato insieme una società informatica, nella quale successivamente è entrato anche Bargagli. Ugo era ingegnere elettrotecnico e il suo primo impiego era stato in IBM, come analista di sistemi, mentre io ero laureato in Economia e Commercio.  Lui era anche un ottimo giocatore di poker e un appassionato del calcolo delle probabilità e della teoria dei giochi»

Proprio con la sua ditta informatica Luccio ha  collaborato con la FITeT, per le procedure di affiliazione e di tesseramento, per la compilazione dei calendari e soprattutto per il sistema di definizione delle classifiche.

Il presidente Renato Di Napoli e il Consiglio Federale sono vicini alla moglie Luisa e alla figlia Manuela, con il nipotino Riccardo, che gli era molto affezionato, e ne condividono il profondo dolore per la grave perdita.

Nella foto della Nazionale a Novara contro la Svizzera, da sinistra Ugo Luccio, Silvio Magni, Alberto Pelizzola, Paolo Rastelli, Roberto Triulzi e Stefano Malesci