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John Ippoliti e Fabio Di SilvioProseguono i colloqui con i Formatori/Tutor, che stanno guidando le società su tutto il territorio italiano nel loro percorso volto alla definizione di un progetto di Scuola di Tennistavolo da sottoporre al Consiglio Federale. Protagonisti della seconda intervista doppia sono John Ippoliti e Fabio Di Silvio, che si stanno occupando delle associazioni dell'area Centro Italia.

Buongiorno, partiamo da una presentazione che consenta di conoscervi meglio?

Ippoliti:«Direi che ormai da diverso tempo l’ambito sportivo rappresenta il mio primo impegno. Sono il presidente del Comitato Regionale Umbria e da due anni collaboro part-time con la Federazione. Da quasi vent'anni sono un tecnico sportivo, prima con le società perugine ASD Montegrillo e ASD Perugia TT e poi con l'ASD TT Valle Umbra, attiva a Foligno. Sono stato il referente tecnico regionale umbro per molti anni fino al 2016. Da quasi quindici anni, poi, svolgo degli interventi di promozione sportiva nelle scuole primarie nella provincia di Perugia che aderiscono al progetto "Racchette in Classe". Quest’anno ho svolto una prima esperienza in ambito paralimpico, collaborando con il CUSI a Camerino, all'interno del Progetto SPIN, che si è rivelato molto istruttivo sotto diversi punti di vista».

Di Silvio:«Da circa 50 anni il mio cognome è presente nell'ambito del pongismo italiano. Io ne ho 33 e ho proseguito l'opera di mio padre Antonio. Per questo mi definisco figlio d'arte. Gioco a ping pong,  come mi piace chiamarlo, da più di 20 anni. Ho iniziato a otto a Roma e mio padre mi ha affidato alla guida tecnica di Fabio Angiolella. Ho avuto diversi allenatori durante il periodo giovanile, ma sempre supervisionati da mio papà. All'età di 18 anni sono andato alla Marcozzi Cagliari e durante quella esperienza ho militato in serie A e ho svolto attività internazionale. Sono tuttora  un seconda categoria. Parallelamente ho svolto il mio percorso universitario e mi sono laureato in Scienze Motorie e Sportive, specializzandomi in Attività Motorie Preventive e Adattate. Mi sono formato anche come tecnico di tennistavolo. Oggi sono un insegnante di educazione fisica, preparatore atletico in un circolo sportivo e direttore tecnico della società pongistica Cral Comune di Roma. Collaboro con la FITeT come formatore, soprattutto per i corsi dei tecnici di primo livello».

Come vi siete trovati nel gruppo dei Formatori?
Ippoliti:«Mi sono trovato molto bene. Il gruppo è eterogeneo e variegato, ci conosciamo più o meno tutti e le modalità scelte dai docenti hanno aiutato a creare un buon clima e un non scontato affiatamento tra di noi. All’inizio ero preoccupato che la modalità a distanza mi avrebbe creato non pochi problemi, vista la mia "allergia" alle nuove tecnologie, con cui ho poca dimestichezza, ma devo dire che gradualmente le cose sono andate sempre meglio e adesso affronto gli incontri senza particolari patemi, anche se degli inconvenienti possono accadere comunque».

Di Silvio:«Sicuramente bene. Frequentando anche altri ambienti sportivi, mi viene subito da fare il paragone con il nostro. Mi piace pensare al mondo del ping pong come a una grande famiglia, perché in fin dei conti non è nient'altro che questo, ci conosciamo tutti e sappiamo tutto di tutti. Ecco perché non ho avuto problemi a interfacciarmi con gli altri formatori. Siamo un'ottima squadra, composta da persone qualificate».

Attualmente con chi state collaborando per la conduzione delle attività di formazione degli operatori societari?

Ippoliti:«Sono stato abbinato a Fabio Di Silvio, che conosco davvero da molto tempo. Ci siamo affrontati molte volte in campo (per la verità io in panchina con i miei ragazzi), dove ha sempre rappresentato un valido banco di prova da superare per ambire a risultati eccellenti. Più recentemente ci siamo ritrovati in panchina e ad alcuni corsi federali di aggiornamento e formazione. Mi trovo bene con lui, è tutto sommato facile capirsi e lavorare insieme, ognuno con il proprio stile e le proprie competenze».

Di Silvio:«Ho appreso con piacere che il mio collega formatore sarebbe stato John, perché lo conoscevo già da molto tempo. Vi racconto la prima telefonata intercorsa con John: "Ciao John, eccoci qui! Prima di iniziare direi di andare su Facebook e cambiare il nostro stato, inserendo direttamente: Fabio Di Silvio ha iniziato una nuova relazione con John Ippoliti". È seguita una grossa risata da parte di tutti e due ed è stato un modo per rompere il ghiaccio e cominciare la nostra collaborazione nel migliore dei modi. In effetti di lì a poco abbiamo iniziato a sentirci molte volte al giorno».

Delle associazioni e società di quali Regioni vi state occupando?

Entrambi:«Stiamo seguendo le società di Lazio, Umbria Marche, in totale 27 sodalizi. È un gruppo molto eterogeneo, che vive in ambienti e situazioni profondamente diverse. Trovo che queste differenze siano stimolanti e ci forniscano un quadro tutto sommato veritiero, uno specchio abbastanza fedele della nostra realtà sportiva».

In quale modo avete preso contatto con le società coinvolte?

Entrambi:«Una volta ricevuti i dati delle 27 società, le abbiamo ricontattate tramite email, successivamente ci siamo sentiti telefonicamente, fissando un primo incontro a stretto giro. Abbiamo deciso di mantenere per tutto il periodo, fino al 23 settembre prossimo, il ritmo di un incontro a settimana per cercare di dare a tutti tempo e modo per pensare e poi stilare il proprio progetto di Scuola di Tennistavolo, basato su alcune scelte di fondo che dipendono dalle persone coinvolte e dalla realtà in cui sono inserite. Ci troviamo ogni mercoledì dalle ore 20,45 in poi. Abbiamo deciso questo orario per non andare troppo in contrasto con gli impegni di lavoro di ciascun partecipante. Anche in questo caso ci conosciamo un po' con tutti, contattare le persone è stato semplice, tra i referenti ci sono il presidente del Comitato Regionale Lazio, Domenico Scatena, i consiglieri federali Domenico Giordani e Sergio Pezzanera, il vicepresidente vicario del CR Marche Domenico Ubaldi. Chiaramente ci sono due-tre realtà che hanno avuto delle difficoltà a partecipare appieno, noi speriamo di poter comunque accompagnare al termine del percorso tutti, nessuno escluso».

Quali attività formative state svolgendo e con quale piano di sviluppo?

Ippoliti:«Con Fabio partiamo dalle indicazioni progettuali sviluppate da uno dei Project Manager FITeT, Domenico Ferrara; un paio di giorni prima ci confrontiamo tra noi per dividerci gli interventi nel corso delle presentazioni, che poi prepariamo e giriamo all’altro per un ultimo feedback. Ci risentiamo poco prima della presentazione per definire gli ultimi dettagli e poi affrontiamo la diretta. Una ripartizione fissa tra noi non esiste, anche se per ora  abbiamo suddiviso una prima parte generale, che di solito svolgo io, e una più specifica, che porta avanti Fabio. Abbiamo poi richiesto nuovamente un aggiornamento dei dati delle società e dei loro referenti e abbiamo sottoposto loro un questionario per definire e sottolineare alcuni aspetti secondo noi molto rilevanti».

Di Silvio:«Cerchiamo, per quanto possibile, di confrontarci con i colleghi delle altre Regioni per andare di pari passo nella gestione degli incontri. Stiamo seguendo uno schema ben preciso per far arrivare tutte le società, che hanno aderito al progetto, all'obiettivo finale, ovvero la compilazione della domanda per diventare Scuola di Tennistavolo. Attraverso il nostro lavoro puntiamo a coinvolgere, insegnare le abilità fondamentali, insegnare ad allenarsi, allenare per migliorare, allenare per competere, allenare per vincere e far partecipare».

C'è qualche aspetto specifico che vi sentiate di sottolineare?

Ippoliti:«Tra le curiosità di questi incontri, una su cui ho pensato è che tra i referenti delle società abbiamo la presenza di Fabio Angiolella, che è stato il mio docente al corso di formazione come tecnico di base molti anni fa e che ha avuto un ruolo importante anche nella crescita di Fabio. È un onore e un piacere avere lui e altre persone con cui abbiamo condiviso parti importanti del nostro percorso umano e sportivo, oltre alla passione per il nostro sport. Come Presidente Regionale, poi, ho l’obiettivo di arrivare a coinvolgere in questo ambito sempre più società umbre, perché credo fortemente che sia una delle strade più efficaci per costruire e dare forza al nostro movimento regionale».

Di Silvio:« Un aspetto importante sul quale sto focalizzando l'attenzione è il concetto dell'inclusione rispetto a quello della selezione. Il bello di questo progetto è proprio quello di pensare a 360 gradi, ecco che quindi la parola inclusione diventa fondamentale. Dobbiamo entrare nell'ottica di ragionare a tutto tondo, facendo sentire tutti i partecipanti protagonisti».

Quali feedback avete ricevuto in questa prima fase di interazione?

Entrambi:«L’accoglienza e l’interesse verso il progetto è stato molto buono fin da subito, in questo caso non c’è alcun merito da parte nostra, è merito dell’idea alla base del progetto stesso. Noi stiamo cercando di tenere vivo questo interesse, di stimolare riflessioni e approfondimenti nelle persone, occupandoci di tutti, con un occhio di riguardo alle realtà più giovani e piccole, che però hanno tutto il diritto di crescere e partecipare per sviluppare sempre di più il nostro movimento sportivo, allargandone al massimo la base. Speriamo di essere utili a tutti, in particolare a loro».

Quali risultati ritenete che il progetto possa favorire a breve e lungo termine?

Ippoliti:«Personalmente ho guardato da subito con favore a questo progetto. È quello che ci vuole per rilanciare lo sviluppo delle nostre realtà territoriali. Le nostre società molto spesso hanno bisogno di strutturarsi meglio, di organizzarsi in maniera da poter accogliere le persone che si avvicinano alla pratica del nostro sport. Questo è un obiettivo che ciascuna associazione dovrebbe avere comunque, e che la situazione creatasi con la pandemia tuttora in corso ha reso ancora più urgente e necessario. La ripartenza che ci attende sarà una sfida difficile, lo sappiamo bene, e lo sarà per tutti. Dobbiamo e vogliamo essere pronti per giocarcela, facendo del nostro meglio. Sono convinto che porterà sia a medio termine sia, ancora di più, a lungo termine, una occasione irripetibile di crescita e sviluppo del nostro ambiente. Per questo ritengo che partecipare e far parte di questo progetto sia un vantaggio a prescindere. Non bisogna pensare all’aiuto economico che potrà arrivare dalla Federazione come l’unico sostegno per la futura scuola d tennistavolo e soprattutto non bisogna pensare a questo sostegno come un intervento volto al totale sostentamento della scuola».

Di Silvio:«Ritengo che il progetto nel breve termine possa consentire di delineare meglio i ruoli delle persone all'interno delle società e far sì che non ci sia soltanto la figura del tuttofare, che si divida fra le mansioni del dirigente, dell'allenatore e di colui che allestisce la palestra. Dobbiamo puntare a creare delle realtà più strutturate, all'interno delle quali esistano e assumano l'importanza che meritano lo sparring e il preparatore atletico. Raggiungere un traguardo del genere ci metterebbe nelle condizioni di offrire ai nostri utenti un servizio più completo e professionale e di far diventare le nostre associazioni più credibili anche all'esterno, fornendo un'offerta di qualità che possa costituire anche una valida alternativa per coloro che al momento pratichino altre discipline».