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IMG 20160913 WA0018Dopo aver vinto la sua fantastica medaglia di bronzo, ha stentato a prendere sonno Giada Rossi. Quando però è riuscita ad addormentarsi ha trascorso una notte tranquilla. Il sonno del giusto, di chi sa di aver fatto fino in fondo il suo dovere e non ha nulla da rimproverarsi.

Giada, hai vinto quattro partite su cinque e perso solo contro la numero 1 al mondo. Meglio di così …

«Penso di avere fatto il massimo di cui sono capace in questo momento e sono felicissima di ciò. Contro Seo Su-Yeon mi sono comunque divertita e ho fatto bella figura. Era quello l’obiettivo».

Avevi timore di riaffrontare nella finale la Bootwansirina, che nel girone avevi battuto per la prima volta?

«Sapevo che mentalmente non sarebbe stata una partita facile. Ero carica e concentrata su quello che dovevo fare e sono riuscita a iniziare la finale meglio del match che avevamo disputato nel girone. Forse in certi frangenti sono stata anche un po’ incosciente, ma in quel momento mi sentivo di giocare quei colpi. Gli ultimi punti non li ricordo bene, perché ero in una sorte di trance agonistica. Al termine della partita mi mancava il respiro».

Cosa hai provato quando Alessandro Arcigli è entrato in campo per abbracciarti?

«Sono emozioni impagabili».

È stata una medaglia costruita giorno dopo giorno?

«Assolutamente sì, con l’impegno e la fatica di tutti coloro che hanno creduto in me e in ciò che stavo facendo. Tutto ciò la rende ancora più bella».

A Rio ti ha seguito tutta la famiglia?

«Sono arrivati il giorno dell’apertura papà Andrea, mamma Mara, mio fratello Simone e mio zio Giorgio e sentirli vicini per me è stato un bell’aiuto. Mi ha dato una carica in più. In tribuna hanno fatto un gran tifo. A casa c’è il delirio, perché nonna Franca è fuori di sé».

Com’è stato salire sul podio paralimpico, dopo quello europeo?

«Da brividi, sono momenti in cui manca il fiato e batte il cuore a mille».

Questo risultato cambia un po’ la prospettiva della tua carriera?

«Mi darà ancora più motivazioni per continuare ad andare avanti a impegnarmi e fare il meglio possibile».

Il prossimo step sarà cercare di battere la coreana? Cosa si può fare?

«Sinceramente non mi sono ancora fatta un’idea, non era negli obiettivi. Ci penseremo, c’è tempo».

Ora ti attende la gara a squadre.

«In classe 1-3 saremo sei nazioni e la concorrenza non mancherà. Con Michela Brunelli e Clara Podda formiano un bel team e proveremo a fare il massimo. Ottenere la seconda medaglia nella stessa Paralimpiade sarebbe per me un risultato immenso».