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Il lavoro puntato sull’obiettivo Rio è durato quattro anni e da prima degli ultimi Mondiali l’impegno si è moltiplicato. «Quando ho discusso con il presidente Franco Sciannimanico del Progetto Rio - ricorda il direttore tecnico Alessandro Arcigli - era l’agosto 2014 e dunque sono due anni che abbiamo puntato sugli atleti che dovevano rappresentarci. Per ognuno di loro è stato fatto un programma personalizzato e la Federazione ci ha messo nelle migliori condizioni possibili. Non ho mai ricevuto un no da parte del Consiglio Federale e tutto quello che ho chiesto ho potuto farlo. Per un allenatore questo è veramente il massimo».

Si è seminato molto e fra meno di una settimana, quando sarà il momento di gareggiare, si cercherà di raccogliere il più possibile, compatibilmente con le difficoltà di affrontare una concorrenza globale e super preparata. Per ora gli azzurri stanno utilizzando il tempo a disposizione per ambientarsi. «Essere arrivati sul posto una settimana prima - spiega il dt - ci permetterà di avvicinarci all’evento nella migliore condizione psicologica possibile. Le gare si disputeranno nello stesso Riocentro Pavilion 3 che ha ospitato le Olimpiadi, con la differenza che ci saranno otto tavoli invece di quattro. Prima dell’inizio avremo diritto domani a due ore, dalle 11 alle 13 locali, 16-18 italiane, all’interno dell’impianto. Potremo invece stare nella palestra di riscaldamento un’ora al giorno per ogni atleta».

Nello specifico «ci concentreremo non su aspetti tecnico o tattici, ma sull’acclimatamento e dunque sull’abitudine alla luce, al rimbalzo della pallina sul tavolo, al contrasto fra il colore della pallina e quello del tavolo. Ieri abbiamo raggiunto il Villaggio stanchissimi e dopo le lunghe procedure di accreditamento e di sistemazione nelle camere, sei ore in tutto, abbiamo svolto solo una sessione di 60 minuti, 45’ dedicati ai servizi e 15’ di taglio, diritto e rovescio. Oggi raddoppieremo ed effettueremo un allenamento normale di due ore, con 30’ di servizi e 90’ di schemi di regolarità e sensibilità. Siamo stati la terza nazione a raggiungere Rio. Il Villaggio ha aperto mercoledì e noi siamo arrivati con l’aereo alle 5 del mattino di ieri. Di questo dobbiamo ringraziare il Comitato Italiano Paralimpico, che si è mostrato molto attento e sensibile nei nostri confronti».

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