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Una Paralimpiade voluta fortemente e raggiunta all’ultimo momento. Rio, dove gareggerà in classe 9, sarà questo per Amine Kalem, tunisino di nascita e italiano da poco meno di un anno e mezzo, che ha centrato l’obiettivo al primo colpo. «Non pensavo proprio di arrivare fino a qui - racconta - e i Giochi sono la concretizzazione di quello che per me è stato un sogno da sempre. Ho dato tutto per qualificarmi e non ho mai smesso di allenarmi, anche quando non stavo bene fisicamente. Sono veramente felice di aver raggiunto questo traguardo».

Naturalmente non ti accontenti, vero?

«Assolutamente no, anche perché non avrò nulla da perdere. In questi mesi ho dimostrato di saper vincere partite importanti e saranno gli altri a doversi preoccupare. Voglio fare il massimo e non vedo avversari imbattibili».

Neppure il giovane belga Laurens Devos?

«È l’atleta che mi mette più in difficoltà e ci ho già perso tre volte di fila. Ha 15 anni, è campione europeo e ha battuto anche il cinese Ma Lin, numero 1 al mondo. I mancini come lui mi danno sempre fastidio e poi lui è veloce e mi dà poco tempo per reagire. Non si deve cadere nel suo gioco e invece bisogna spezzargli il ritmo, per avere più tempo sulla palla. Comunque non è detto, a Rio potrebbe cambiare tutto».

Quali sono gli altri uomini da podio?

«Soprattutto Ma Lin, che ha vinto a Londra, un altro mancino che però soffro meno di Devos. Penso che i pericoli potranno arrivare da ogni parte. Ognuno dei pongisti qualificati ha preparato questo appuntamento nel modo migliore e non è detto che sia la tecnica a fare la differenza. Saranno fondamentali la concentrazione, la grinta e la capacità di giocare meglio i punti decisivi. Non bisogna mai mollare, mai pensare di avere vinto o di avere perso».

Nell’ultimo anno ti sei reso conto di essere cresciuto?

«Dopo essermi qualificato, fare bene a Rio è un traguardo ancora più grande. Lì troverò tutti i più forti e dunque per fare una bella figura era necessario migliorare. Tecnicamente ho lavorato molto sull’attacco, sul movimento delle gambe e sulla tenuta fisica e resistenza. Prima non arrivavo su certe palle e alla fine di un cesto ero stanco. Ora ciò non accade. Anche mentalmente sono progredito. Entrare in partita aggressivo e senza paura è fondamentale. In tutti gli sport è così».

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