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È alla sua seconda Paralimpiade il catanese Raimondo Alecci, in classe 6, e dunque queste ultime due settimane che precedono il via della principale manifestazione del quadriennio sono un po’ diverse dalla prima volta. «Allora - ricorda l’azzurro - non sapevo ancora cosa avrei trovato a Londra, anche se i compagni che avevano già vissuto quell'esperienza mi avevano raccontato qualcosa. Questa volta, compatibilmente con la situazione, sono più tranquillo, e sentirò la pressione solo al momento di gareggiare Abbiamo fatto una buona preparazione in società, con il tecnico Fabrizio Puglisi e lo sparring Gianluca Merlino, oltre agli stage effettuati con lo staff guidato dal dt Alessandro Arcigli, e spero di raccogliere i frutti a Rio».

L’esperienza vissuta a Londra ti aiuterà anche dal punto di vista dell’atteggiamento da tenere in campo?

«Penso di sì. Conosco benissimo i miei avversari, anche se alcuni di quattro anni fa in Brasile non ci saranno. Le Paralimpiadi sono una competizione diversa dalla altre. Saremo in 15 e tutti vorranno vincere, ma sul podio andranno solo in tre. Sarà battaglia per tutti e non mi tirerò indietro».

Dopo il quinto posto del 2012, punterai a migliorare il piazzamento?

«Assolutamente sì e non mi auguro la medaglia di legno. Voglio di più e spero che questa si confermi la Paralimpiade della consacrazione. I rivali più pericolosi sono lo spagnolo Alvaro Valera, n. 1 al mondo, il danese Peter Rosenmeier e il thailandese Rungroj Thainiyom, campione uscente. L’iberico è quello che soffro di più per il suo tipo di gioco, mette in difficoltà anche i classe 10. Rungroj è il mio compagno di squadra, quando viene a disputare i tornei in Europa, e siamo molto amici».

Valera sarà dunque l’uomo da battere?

«Sulla carta sì, ma soffre atleti che sono anche dietro di me in classifica. Potrebbero esserci delle sorprese, come nel tennis alle Olimpiadi, nelle quali Djokovic ha perso al primo turno».

Cosa ti aspetti dalla gara a squadre con Amine Kalem?

«Saremo in classe 9-10 e dunque dovrò salire di categoria. Sono peraltro abituato a giocare contro i normodotati, perché lo faccio nella mia società e mi trovo benissimo. L’anno scorso in B2 ho ottenuto il 50% di vittorie. Cercheremo di vincere il primo match, poi gli altri dovranno avere paura di noi. In Costarica, nel torneo che mi ha fruttato la qualificazione a Rio, ho battuto lo svedese Emil Andersson che è un classe 8, già iridato e bronzo paralimpico a Londra. Se il livello si alza, mi sento a mio agio Con Amine poi ci troviamo bene e stiamo sempre insieme».

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