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La partenza per Rio del 31 agosto si avvicina e sale la tensione per i sette pongisti che rappresenteranno l’Italia alle Paralimpiadi. Non fa eccezione il classe 1 Andrea Borgato, che vivrà la sua seconda esperienza dopo Londra ed è comunque confortato da come sta andando la preparazione, perché «i colpi riescono e la tenuta fisica è molto migliorata rispetto all’anno scorso. L’obiettivo sarà di mettere in pratica in gara tutto quanto sto realizzando in palestra».

Quanto ti ha giovato l’intensificazione degli allenamenti, essendoti messo in part time al lavoro?

«Già da gennaio l’impegno è aumentato parecchio e sto vedendo benefici da tutti i punti di vista».

Anche il cambio di telaio ti ha aiutato?

«A maggio inoltrato ho fatto questa prova e in realtà all’inizio non ci ho creduto un granché. A pochi mesi dalle Paralimpiadi cambiare uno strumento così delicato come la racchetta non era molto consigliabile. Ho provato per capire un po’ quali potessero essere le sensazioni in prospettiva futura e mi sono trovato bene. Ho avuto qualche difficoltà all’inizio su certi colpi, poi mi sono gradualmente abituato e ho deciso di portare la nuova racchetta ai Giochi».

Che tipo di vantaggi ti garantisce?

«Il piatto più grande negli scambi perdona qualcosa di più. Quel paio di centimetri in più mi agevola nell’allungo laterale e in quello sulle palle corte. Io ho poi sofferto molto il cambio delle palline, che sono più grandi e girano di meno. Con il vecchio telaio, soprattutto nelle battute, riuscivo a dare poco effetto. Ora invece sono tornato ad avere dei servizi più efficaci. Lo hanno notato Alessandro Arcigli, qualche compagno e anche il mio coach e mi auguro che anche gli avversari se ne accorgano ».

Con quali aspettative andrai a Rio?

«La Paralimpiadi sono sempre un terno al lotto e non sono certamente il favorito. Ritengo però di poter rendere la vita difficile a molti. Il pronostico sembra dalla parte del britannico Robert Davies, del francese Jean-François Ducay, del tedesco Holger Nikelis e di uno dei tre coreani».

Quale sarà il traguardo minimo?

«Certamente di superare il girone e poi tutto potrà succedere. Il tennistavolo è sport strano, che spesso non rispetta i ranking. Ogni partita fa un po’ storia a sé. Ho già battuto almeno una volta tutti i top player, eccetto il francese, e poi penso che anche gli altri sentiranno un po’ la pressione. La Paralimpiadi arrivano una volta ogni quattro anni per tutti».

Andrea Borgato 2