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Paralimpici nuovi schienali 2Sentirsi a proprio agio su una carrozzina è certamente il massimo degli obiettivi per un utente ordinario. Lo è ancora maggiormente per uno sportivo, che da seduto cerchi di ottenere il migliore risultato agonistico possibile nella sua disciplina. «Nel nostro mondo - spiega il direttore tecnico paralimpico Alessandro Arcigli - in quasi tutti gli sport gli atleti usano per le gare delle carrozzine diverse rispetto a quelle con cui vivono, mentre nel tennistavolo ciò non avveniva. Negli scorsi anni ho iniziato a studiare qualche adattamento per rendere più performanti le nostre carrozzine e, dopo svariati tentativi, ho capito che l’adattamento più importante è quello dello schienale. Grazie a Giada Rossi abbiamo contattato una delle aziende leader del settore e abbiamo fatto delle prove e studiato». Si è instaurato così il rapporto con la Tarta Design srl, che è nata a Passons, in provincia di Udine, nel 2010, e ha sviluppato un brevetto grazie all’esperienza di tecnici ortopedici e ingegneri. Lo schienale è stato adottato da parecchi atleti del giro azzurro e in particolare dalle tre regine del pongismo italiano Michela Brunelli, Clara Podda e Giada Rossi, che fra un mese saranno in gara alle Paralimpiadi di Rio. A spiegare di cosa si tratti è Tommaso di Bert, che alla Tarta Desing si occupa di Marketing.

Tommaso, cosa ha di speciale il vostro schienale?

«È ergonomico ed è stato creato per le carrozzine, anche se è stato pensato anche per un’applicazione più universale e ne sono stati fatti dei prototipi per le sedie da ufficio. Si presta molto bene a un utilizzo sportivo, perché consente flessibilità e torsione, mantenendo sempre la postura corretta».

Che tipo di schienale usano Michela, Clara e Giada?

«Inizialmente hanno adottato il modello Original, che è il primo che abbiamo proposto ai nostri clienti e permette un maggior numero di personalizzazioni strutturali, dal punto di vista per esempio dell’inclinazione e del bilanciamento. Ultimamente hanno invece preferito l’Emys, che è uscito nel 2016 ed è un po’ più rigido, perché le doghe in alluminio sono più alte, pur mantenendo la flessibilità».

Che tipo di confronto esiste con gli atleti e lo staff tecnico?

«Essendo di Udine, siamo presenti a tutti i raduni che si svolgono a Lignano Sabbiadoro e abbiamo la possibilità di recepire le eventuali richieste di modifiche o aggiustamenti da parte di tutti. Il dt Arcigli ha notato un miglioramento nelle prestazioni perché lo schienale, essendo flessibile, può assecondare i movimenti all’indietro del corpo e in fase invece di avanzamento consente una sorta di spinta che aiuta l’atleta. Importantissimo è, inoltre, il supporto laterale per tutte quelle gestualità tecniche che lo richiedano».

Quali altri tipi di benefici garantisce lo schienale?

«Alcuni pongisti hanno qualche difficoltà a mantenere la posizione del tronco, con una tendenza a una caduta del corpo lateralmente o in avanti e i diversi livelli di “avvolgenza” dello schienale agevolano la postura, pur consentendo la libertà di movimento. Per Giada, ad esempio, abbiamo assecondato la richiesta del dt Arcigli di avere un diverso grado di sostegno laterale (la cosiddetta "avvolgenza"), e precisamente maggiore a destra dove, mancando l'appoggio della mano sulla carrozzina, l'atleta tendeva a cadere e a colpire la pallina in condizioni di disequilibrio».

A quali altre discipline si presta lo schienale?

«Nel tiro con l’arco è molto utile per il motivo opposto, perché può essere bloccato del tutto, permettendo di mantenere stabile la posizione dell’utente. È stato sperimentato anche nel tennis e Alessandro Bernardi si è appena laureato campione italiano nella categoria Quad».

Insomma a Rio farete il tifo per i nostri ragazzi?

«Ci auguriamo che dalle prossime Paralimpiadi arrivino ulteriori buoni riscontri. In ditta siamo tutti sportivi e siamo molto interessati a queste applicazioni del nostro prodotto».

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