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Lorenzo CorduaHa ricevuto una lettera direttamente dal presidente della FITeT Franco Sciannimanico, che esordiva con un “Caro Lorenzo”. Lorenzo Cordua, uno dei punti di riferimento del Frandent Group Cus Torino, società leader in Italia, ha così appreso che il Consiglio Federale aveva deciso la sua ammissione, come primo paralimpico, al Centro Federale di Formia per la prossima stagione. Dopo l’ingresso di Andrea Borgato nelle Fiamme Azzurre si tratta della conferma, ammesso che ce ne fosse il bisogno, che all’interno del pongismo italiano il movimento olimpico e il paralimpico hanno gli stessi diritti, non solo sulla carta, ma anche nella realtà dei fatti.

Cordua a soli 16 anni ha già un palmares di livello mondiale. È stato infatti campione europeo Under 23 e mondiale Under 16 e, la scorsa settimana a Praga, vicecampione iridato Under 23. Di pari passo ha vinto medaglie di tutti i tipi in ambito tricolore e ha scalato le classifiche nazionali assolute. Poter allenarsi a Formia non potrà che farlo crescere ulteriormente.

Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, esprime soddisfazione e apprezzamento:«Soddisfazione, perché questo è il segnale di un movimento che ha investito negli ultimi anni nella diffusione del tennistavolo paralimpico, e apprezzamento, dal momento che dietro all'inserimento di Cordua nel Centro c'è lo sforzo di una politica sportiva che è andata in questa direzione e che sicuramente rappresenta per il futuro un tassello sul quale costruire i successi. Lorenzo è la rappresentazione di quel percorso che dobbiamo far fare a molti giovani. Se a ciò si aggiunge la possibilità di avere un Centro Tecnico Federale all'avanguardia, che garantisca anche sotto il profilo culturale un'integrazione globale, abbiamo gli ingredienti giusti per ottenere grandi risultati».

La classe 10 paralimpica si presta perfettamente a un allenamento con i normodotati.

«Sono d'accordo, ma il tema è anche un altro. L'integrazione non deve avvenire solo per il fatto che un paralimpico possa allenarsi con un suo collega normodotato, ma anche perché, quando ci si allena insieme, si svolgono insieme le attività della vita quotidiana. Dobbiamo andare oltre il gesto tecnico e sportivo, avendo noi il dovere e la responsabilità di utilizzare la politica sportiva per far crescere una cultura dello sport nuova e più moderna. Stare al Centro permette anche la frequentazione con campioni di altri sport e permette un'osmosi e una mescolanza di esperienze e di valori che sono fondamentali».

L'entrata a Formia di un 16enne e anche una bella notizia per tutti i giovani, non è vero?

«Assolutamente, perché Lorenzo può essere la testa di ponte e una sorta di esempio per molti ragazzi che come lui hanno una disabilità e potrebbero trovare nel tennistavolo il loro sport».

Altra nota confortante è l'ingresso di Andrea Borgato nelle Fiamme Azzurre. Come lo valuta?

«Abbiamo sempre cercato di garantire la copertura di diverse discipline distribuendole fra i diversi corpi dello Stato, e mi fa piacere che anche il tennistavolo sia rappresentato e oltretutto nell'ambito delle Fiamme Azzurre, che è stato il primo gruppo sportivo ad aprire alla dimensione paralimpica».

I paralimpici non vengono però arruolati nei corpi militari?

«Attualmente no, sono dei "civili", che hanno la possibilità di vestire la maglia e di avere quei supporti tecnico-organizzativi che questi corpi riescono egregiamente a garantire. Il Cip dà un contributo a ciascuno dei corpi. Mi serviva raggiungere questo obiettivo per accendere una piccola luce. Ora sto tentando di accendere un riflettore, perché l'obiettivo finale è di far sì che gli atleti paralimpici che vestono la maglia azzurra possano seguire una via parallela all'arruolamento, ovvero un'assunzione nell'ambito dei Ministeri, che a fine carriera permetterà loro di avere un'opportunità di lavoro. Questo rafforzerebbe l'idea di un percorso sportivo che non sia fine a se stesso, ma nel quale lo sport diventi lo strumento per approdare anche a una finalità sociale».

Tornando a Lorenzo Cordua, fautore e sostenitore del suo ingresso a Formia è stato naturalmente il direttore tecnico paralimpico Alessandro Arcigli:«Per adeguare la sua preparazione tecnica agli standard internazionali riscontrati nelle manifestazioni internazionali assolute e negli ultimi Campionati Europei assoluti in Danimarca, si è deciso di migliorare le attività di allenamento previste per lui negli ultimi anni dal Progetto paralimpico, in previsione di Tokyo 2020. Inserendolo nel Programma di Preparazione Olimpica del Centro Federale di Formia, la Federazione garantirà così all’atleta le migliori condizioni per lo svolgimento delle attività di preparazione fisica e tecnica, fornendo, oltre alla sistemazione alberghiera all’interno della foresteria, l’assistenza di varie figure specialistiche, come un medico di riferimento, il fisioterapista, il preparatore atletico, il dietologo e un tutor educativo, che lo seguirà nelle attività scolastiche».

Cordua rimarrà a Formia per almeno 300 giorni all’anno. «Sarà seguito quotidianamente - osserva Arcigli - dagli allenatori delle squadre nazionali olimpiche e dallo staff tecnico federale che ha sede a Formia, nonché da me e dal tecnico federale paralimpico Donato Gallo. Specialmente in un primo momento, sarà infatti necessario un leggero periodo di adattamento e di adeguamento dei programmi tecnici olimpici agli standard paralimpici. Il Centro Federale, rappresentando la struttura di riferimento sportivo per il perseguimento di obiettivi agonistici di rilievo internazionale e ospitando i migliori talenti normodotati selezionati dal direttore tecnico nazionale Patrizio Deniso, darà a Lorenzo la possibilità di dedicarsi a tempo pieno agli allenamenti, in un contesto interamente rivolto alla preparazione di altissimo livello».