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È appena tornato da Cluj-Napoca, in Romania, dove ha conquistato la medaglia d'argento in singolare di classe 1 (nella foto il podio) e il bronzo a squadre di classe 1-2. Individualmente Federico Falco aveva già ottenuto un oro a Sint Niklaas, in Belgio, nel 2015 e un secondo posto a Ostrava, in Repubblica Ceca, nel 2014. Il 22enne scaligero, che è tesserato per il Tennistavolo Verona Galm e ha iniziato a praticare il nostro sport nel 2012 grazie al papà di Federico Crosara, che lo ha assistito in ospedale dopo l'incidente, e allo stesso Federico, ha concluso nel modo migliore una stagione che per lui era già stata ottima.

Federico, partiamo dal successo in semifinale sul coreano KiWon Nam, numero 5 al mondo?

«Un risultato importante, che mi ha trasmesso grande energia e voglia di continuare ad allenarmi con il massimo impegno. In partenza l'obiettivo era di confermare le buone prestazioni che avevo espresso a Lignano, Lasko e Bratislava, dove ero andato molte volte vicino a battere uno degli atleti di vertice. Me l'ero sempre giocata, come contro il tedesco Nikelis, ma purtroppo l'esito non era mai stato a mio favore. Questa volta ce l'ho fatta».

Qual è stata la chiave per battere il coreano?

«Soprattutto il riuscire a eseguire bene i servizi, in modo tale da impostare un gioco a mio favore. È stato anche determinante essere rimasto concentrato nei momenti cruciali, quando ero avanti nel punteggio, per non offrire all'avversario delle opportunità di rientrare».

Cos'è successo contro l'argentino Eberhardt, che ti ha battuto due volte?

«Pensavo di giocarmela più alla pari, perché negli ultimi due precedenti avevamo vinto una volta a testa per 3-2. Invece a Cluj-Napoca ha prevalso lui nettamente. Con il direttore tecnico Alessandro Arcigli stiamo cercando di capire i motivi di questi alti e bassi cui vado soggetto».

Sei soddisfatto del terzo posto a squadre?

«Ero in un buon team con il coreano e l'argentino, ma si trattava di una gara di classe 1-2, alla quale partecipavano dunque pongisti con una disabilità minore della nostra. In semifinale abbiamo affrontato gli slovacchi, che sono top ranking di classe 2 e campioni di tutto ed era quasi impossibile avere la meglio. Abbiamo comunque disputato dei buoni doppi e ci siamo divertiti. Ci siamo imposti nei match che dovevamo vincere contro thailandesi e israeliani».

Come si svolgono i tuoi allenamenti?

«Effettuo tutta l'attività dei raduni con la Nazionale e a casa sono seguito dal tecnico Stefano De Pantz, con la supervisione e i consigli del dt Arcigli. Avere vicino Stefano nel lavoro quotidiano mi ha permesso di aumentare notevolmente rispetto al passato le ore d'impegno e per me questa è stata veramente l'arma in più di quest'anno. Sono migliorato soprattutto nella fluidità. Sento meglio la pallina e non sono costretto a colpirla con forza».

Su cosa senti di dover progredire?

«Sicuramente sulla capacità di muovere la carrozzina nel momento e nel modo giusto. Tecnicamente dobbiamo continuare a lavorare perché possa acquisire maggiormente la manualità e l'automatismo nei vari colpi. Il colpo che mi viene più naturale è la palla alta e corta, che torna indietro».

Nelle trasferte ti accompagna sempre papà Mauro?

«All'estero non manca mai. Sapere di avere al mio fianco la famiglia nelle scelte legate alla mia attività sportiva è per me di grande sostegno».

Come giudichi complessivamente la tua stagione?

«È stata molto positiva e rispetto all'anno scorso ho sviluppato un gioco migliore. Ora so cosa devo fare nei vari momenti della partita. Posso commettere degli errori, ma so come comportarmi. Sono pronto a crescere ancora in futuro. L'anno prossimo scatterà il nuovo quadriennio, che avrà come traguardo i Giochi di Tokyo del 2020, e voglio provare a dire la mia».

Federico Falco podio singolare classe 1