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Gli azzurri paralimpici sono tornati a casa dalla Romania con un bel bottino di due medaglie d’argento e altrettante di bronzo, che ha regalato soddisfazioni al direttore tecnico Alessandro Arcigli. Una spedizione molto giovane, considerando i 18 anni di Matteo Orsi (con Arcigli nella foto), i 21 anni di Giada Rossi, i 22 di Federico Falco e i 24 di Samuel De Chiara e Francesco Lorenzini. Quattro su cinque sono saliti sul podio, ma la Rossi, che non c’è riuscita per un soffio, non può essere certamente considerata una delusione.

«Partirei dalla considerazione - spiega Arcigli - che Giada è cresciuta velocissimamente, facendoci anche sognare di poter arrivare a un grande traguardo. Non dimentichiamoci però che un anno fa nessuno si aspettava che si qualificasse alle Paralimpiadi. L’aver dovuto fare molto e in fretta le potrebbe anche non aver dato il tempo di metabolizzare tutto. Quello di Cluj-Napoca è stato il primo torneo in cui ha iniziato a servire di diritto e ha gareggiato con una carrozzina che è di 5 centimetri più alta di quella con cui aveva vinto a Lasko. Con lei stiamo ancora costruendo il gioco e stiamo modificando tecniche, tattiche e materiali. Ha disputato quattro partite e avrebbe potuto vincerle o perdere tutte e quattro. Ne ha vinte due e perse due. Contro la fortissima russa Pushpasheva, n. 3 al mondo, ha reagito dopo aver ceduto i primi due set e ha prevalso al quinto per 11-2. Contro la brasiliana Da Silva Oliveira, che ha un gioco anomalo per la classe 2 e da tre anni si allena tutti i giorni in un Centro Federale in vista di Rio, ha fatto la partita più bella della sua vita e sull’1-2 nel quarto parziale ha avuto due set-point. Non ce l’ha fatta a scalare una posizione in classifica, per essere testa di serie ai Giochi, ma va assolutamente bene anche così».

A differenza di Giada, gli altri quattro non hanno affrontato l’appuntamento romeno come tappa di avvicinamento a Rio. «Falco - afferma il dt - nell’ultimo anno si è prepotentemente inserito nel novero dei più forti e, se avesse conquistato il pass per le Paralimpiadi, sarebbe stato un atleta da medaglia. In questo momento può battere chiunque e infatti ha superato il coreano KiWon Nam, n. 5 al mondo, che era andato in Romania con lo stesso obiettivo di Giada di diventare numero 4. Non lo ha raggiunto perché ha perso con Federico, che ha concluso così alla grande la sua stagione. Un risultato che ci darà stimoli per continuare a crescere e dal prossimo anno si punterà assolutamente su di lui. Sarà una delle nostre punte di diamante in vista di Tokyo 2020».

Per Orsi l’Open di Cluj-Napoca è stato il primo torneo all’estero. «Si è comportato bene - osserva Arcigli - e torna a casa con una medaglia d’argento a squadre. Ha vinto il singolare decisivo in semifinale contro lo statunitense Van Emburgh, confermando di essere un giovane di talento. In singolare si è fermato nei quarti. È chiaro che, giocando solo da un anno e due mesi e affacciandosi ora al tennistavolo internazionale, ci vorrà pazienza per aspettare che progredisca. La sua famiglia e la sua società lo stanno aiutando a svolgere un ottimo lavoro a casa». Per ciò che concerne De Chiara e Lorenzini, stanno seguendo il loro percorso di avvicinamento alle posizioni di vertice in maniera lenta, ma costante. «In ogni torneo - commenta il direttore tecnico - fanno meglio di quello precedente. A Cluj a squadre hanno battuto nei quarti la Slovacchia, che è un team forte, e in singolare si sono imposti, per entrare nei quarti, sui tedeschi, che sono competitivi. Sono due atleti che è divertente seguire in panchina, perché sono intelligenti e mettono subito in pratica i consigli tattici. Sanno raccogliere il risultato quando questo è possibile e non mi sorprendono mai in negativo. Sono rientrato in Italia con sensazioni positive anche riguardo a loro».

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