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Campionati Europei Paralimpici di Sheffield 2023 la Nazionale azzurraFra pochi giorni si aprirà il 2024, l’anno delle Paralimpiadi di Parigi, e andrà in archivio un 2023 che ha regalato all’Italia un’edizione da record degli Europei, organizzata a Sheffield. L’occasione giusta, insomma, per fare un bilancio con il direttore tecnico azzurro Alessandro Arcigli e anche per proiettarsi con lui in ciò che sarà.

Alessandro, pronto a ripartire con gli allenamenti al Centro Tecnico Paralimpico di Lignano Sabbiadoro?

«Siamo pronti e felici. Siamo abituati a lavorare in silenzio, consapevoli delle difficoltà e anche che, lavorando nel modo giusto, i risultati non possano non arrivare. Nel celebrare l’eccellenza del pongismo paralimpico, celebriamo l’eccellenza di un sistema. Ogni atleta parte dal proprio nucleo familiare, che lo sostiene in ogni scelta di vita, e dalla società sportiva che lo recluta e allena in maniera sempre più professionale. La Federazione sta facendo un lavoro straordinario, supportando le ambizioni di ognuno. Il nostro sistema nel 2023 ha dimostrato, ancora una volta, di esser capace di primeggiare e questo è motivo di orgoglio per tutti noi. Quello che abbiamo prodotto è positivo non solo per il tennistavolo e per lo sport, ma per il Paese nel suo complesso».

Si chiude, quindi, un anno straordinario, in termini di risultati sportivi, per il movimento paralimpico?

«È stata una stagione che ha visto i nostri atleti trionfare in ogni contesto in cui siano stati chiamati a competere. Un anno da incorniciare, che ha regalato conferme e piacevoli sorprese, il viatico migliore in vista di un 2024 che culminerà nell’evento più atteso, i Giochi Paralimpici di Parigi, in cui punteremo a migliorare il bottino di medaglie ottenuto a Tokyo 2020».

A proposito di trionfi, come non ricordare gli Europei dello scorso settembre?

«Sono stati l'evento clou del 2023 e, nonostante siano stati quelli in cui sono stati convocati meno atleti nella storia del pongismo paralimpico, sono quelli in cui abbiamo vinto più medaglie, sia come qualità sia come quantità. I numeri parlano chiaro, con sei atleti iscritti a sole 8 gare abbiamo conquistato ben 8 medaglie, 3 d'oro, una d'argento e 4 di bronzo. Per renderci conto della portata del risultato, consideriamo che tre erano le medaglie vinte dall'Italia nelle ultime due edizioni della rassegna continentale paralimpica. Questo è il frutto di scelte professionali da parte di tutti gli atleti. I sei convocati agli Europei (Giada Rossi, Carlotta Ragazzini, Michela Brunelli, Federico Falco, Federico Crosara e Matteo Parenzan) sono dei professionisti assoluti ed è a loro che va l'esclusivo merito di questi meravigliosi risultati».

Alle loro spalle, però, cosa c’è?

«Abbiamo professionalizzato la struttura tecnica e sono coadiuvato da due coach di assoluto livello mondiale, come la coreana Hwang Eunbit e Massimo Pischiutti, dal preparatore atletico Alessandro Sellan, dalla fisioterapista Anna Simonatto e dagli infermieri Mauro Bianchin ed Eva Pittini. Tutto ciò per mettere i pongisti nelle migliori condizioni possibili per esprimere le loro potenzialità. Ringrazio di ciò il presidente Renato Di Napoli e il Consiglio Federale, che continuano a credere in questi ragazzi e in questo modo di lavorare».

Da un grande appuntamento all’altro?

«Il vero obiettivo di tutti i Paesi partecipanti a Parigi 2024 sarà di coinvolgere quante più persone possibili. Poter contare su tanti italiani che sostengano gli atleti paralimpici vorrà dire andare verso un'Italia migliore. Sarà la quinta edizione delle Paralimpiadi che mi vedrà nel ruolo di direttore tecnico e capo allenatore della nostra Nazionale (oltre a 9 Campionati Europei e a 6 Mondiali) e, quindi, posso tranquillamente affermare di sentirmi un veterano di questo genere di eventi».

Come sta crescendo il ruolo del tennistavolo e dello sport paralimpico nella società?

«Nonostante il tennistavolo sia fra le discipline che ha attuato una pressoché totale integrazione del mondo olimpico e paralimpico, e ogni appuntamento agonistico è un fondamentale momento di inclusione e socialità nella espressione più autentica dell’essenza dello sport integrato, si deve considerare che anno dopo anno l'aspetto prettamente agonistico ha acquisito sempre più importanza. Si sta provando a cambiare il Paese utilizzando lo sport e le vittorie per una silenziosa rivoluzione culturale, guardando alle abilità ed educando la società civile ad arricchirsi delle differenze. Aiutiamo la nazione a crescere in modo civile, coeso e sociale».

Quanti atleti avremo in gara nella capitale francese?

«Oltre a Giada Rossi e a Matteo Parenzan, che si sono guadagnati il pass con la medaglia d’oro ottenuta agli Europei, due sono le donne in carrozzina, Michela Brunelli e Carlotta Ragazzini, e due sono gli uomini, Federico Falco e Federico Crosara, che hanno ancora chance di qualificazione. Non voglio avventurarmi in pronostici più specifici, ma intendo assicurare che non andremo certo in vacanza, ma con l'obiettivo di migliorare il bilancio dell'ultima edizione, costituito da un bronzo».

Le Paralimpiadi, grazie alle dirette televisive, entreranno nelle case degli italiani?

«Rai 2 sarà il canale dei Giochi Paralimpici ed è una grande notizia. Come ha affermato il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, per la prima volta nella storia, le Paralimpiadi saranno interamente trasmesse su un canale generalista e si tratta di un ulteriore tassello in quel faticoso puzzle che stiamo costruendo da tanti anni.  Rappresenta un successo al pari dei grandi successi sportivi dei nostri atleti. Arrivare sulla tv generalista significa intercettare molti più italiani e rendere sempre più efficace e pervasivo il contagio virtuale. Sono d’accordo con lui che questa svolta rappresenti un riconoscimento di un percorso di dignità sportiva, che tutti i nostri atleti si meritano».