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Si avvicinano le semifinali playoff e in campo maschile sabato saranno di fronte alle 15 il Cral Comune di Roma e l'A.G. Turini Castel Goffredo e alle 17 l'Apuania Carrara e la Marcozzi Cagliari. Di fasi calde della stagione s'intende Valentino Piacentini, oggi tecnico della Nazionale giovanile e da grande giocatore qual è stato vincitore di otto scudetti con ben sei società diverse. Ha iniziato con il Ferentino, per poi andare a segno due volte con la Libertas Alfaterna Nocera, una con il Body Center Messina, due con lo Sterilgarda Castel Goffredo e una a testa con Pieve Emanuele e Città di Siracusa.

Valentino, è vero che il primo scudetto non si scorda mai?

«Beh nel mio caso fu anche un po' un caso particolare, perché avevo soltanto 15 anni. Era un periodo in cui le rivalità con le altre squadre di vertice come Cagliari e Latina erano molto sentite e a Ferentino c'era la partecipazione di tutto il paese. I successi nel tennistavolo erano considerati come una sorta di rivalsa sociale verso città più grandi e più importanti».

Dei titoli vinti con Nocera che ricordi hai?

«Ricordi di stagioni esaltanti, in cui raggiungemmo anche per due volte la finale di Coppa dei Campioni. I migliori cinesi di allora Kong Linghui e Liu Guoliang, che oggi allenano la Nazionale, sono stati a Nocera in quegli anni. Nel 1997 perdemmo per 3-2 contro il Borussia Duesseldorf e io cedetti alla "bella" per 21-19 al numero uno al mondo Vladimir Samsonov. Sul 19 pari mi cadde una goccia di sudore sul dito, mentre stavo alzando la pallina per servire, e ne venne fuori una battuta che Samsonov aggredì subito. Ancora oggi in molti ricordano quella partita».

Quale scudetto ti è rimasto nel cuore?

«Sembrerà strano, quello mancato con Verzuolo nel 2010. Iniziavo già ad allenare e poi alle spalle c'era una splendida società, con gente fantastica e onesta, che dovrebbe essere da esempio per altre realtà italiane. Sono orgoglioso di essere passato da quel club. In quell'anno facemmo il possibile e contro il Castel Goffredo in finale vinsi contro Monteiro, che era il numero 45 al mondo. In casa fu un tripudio di folla, come anche era stato bellissimo in semifinale contro il Cus Torino».

Venendo all'attualità, come vedi le semifinali che ci aspettano?

«Sulla carta fra il Cral Comune di Roma e il Castel Goffredo è favorita la capolista. Per mia esperienza personale, e ne ho tanta, perché oltre alle finali vinte ne ho giocate e perse cinque, ciò che c'è stato durante la regular season si azzera abbastanza. La tecnica continua a contare, ma ci sono fattori psicologici che diventano fondamentali Bisogna arrivare pronti e riuscire a dare il massimo in quei momenti. Bisognerà vedere quali saranno l'atteggiamento, la serenità e la concentrazione di ognuno e quanto incideranno. Marco Rech ha fatto qualche finale in più, per il resto partono un po' tutti alla pari. Anche il cinese Cheng Qian, anche se il suo livello tecnico non si discute, non ha esperienza di partite del genere».

Come valuti la prima gara in trasferta?

«Preferirei sempre disputare l'andata fuori casa, ma non ci sono certezze. Nel 2011 il Castel Goffredo, che si era aggiudicato la regular season, in finale venne da noi a Siracusa e il nostro successo per 4-1 orientò quella serie, perché per loro era quasi impossibile ribaltare la situazione. Insomma Castel è favorito sul Cral, ma dovrà stare attento».

Qual è il tuo pronostico fra Apuania e Marcozzi?

«Ci sono due atleti come Stefano Tomasi e Mattia Crotti con più esperienza e più abitudine a giocare queste gare, che hanno dunque quel qualcosa in più da poter gestire e da trasmettere ai compagni. Alessandro Baciocchi tecnicamente è colui che potrebbe dare una marcia in più alla squadra. Roberto Negro ha un gioco atipico, con delle basi importanti. Oltretutto è campione uscente, essendosi aggiudicato il titolo l'anno scorso con il Cus Torino. Dall'altra parte ci sono due elementi ostici come Alessandro Di Marino e Maurizio Massarelli, con Di Marino che è in un momento di fiducia. Sulla carta c'è equilibrio e ci gusteremo con piacere questa semifinale».

Valentino Piacentini