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Carlo Rossi Europei 2017Ai Campionati Europei Giovanili, che si sono appena conclusi a Guimarães, in Portogallo, è stato l'azzurro che ha ottenuto i migliori risultati. Carlo Rossi, al primo anno nella categoria juniores, ha raggiunto i quarti di finale a squadre, in singolare, in doppio e nel misto.

Complimenti Carlo, sei arrivato vicino al podio in tutte le gare.

«Grazie, anche se mi dispiace di non essere riuscito a conquistare una medaglia. Complessivamente, però, posso essere soddisfatto del mio rendimento».

A squadre avresti sperato di giocare maggiormente?

«Sapevo che sarei stato il numero 4, e dunque la riserva, e non mi aspettavo di essere impiegato più spesso. Eravamo la compagine campione in carica ed era giusto che giocassero coloro che avevano vinto l'anno scorso. Peccato per quel match-point non sfruttato, perché ci saremmo meritati la vittoria contro la Germania. Matteo Mutti, Daniele Pinto e Antonino Amato hanno fatto il massimo».

In singolare qual era il tuo obiettivo in partenza?

«Era di entrare nei primi sedici, anche se per riuscirci avrei dovuto battere il tedesco Tobias Hippler, che è un atleta molto ostico. Vinta quella partita, ritenevo di potermela giocare contro il francese Irvin Betrand, perché ci conosciamo bene, vivendo lui a Ochsenhausen, dove io mi alleno spesso, ed ero in un buon stato di forma».

Quale è stata la chiave per eliminare Hippler?

«Contro lui e poi Bertrand sono riuscito a esprimere un gioco abbastanza aggressivo e a utilizzare di più il diritto. Rispetto all'inizio degli Europei ho cambiato un po' il mio atteggiamento, cercando di essere più cattivo agonisticamente e di pressare maggiormente l'avversario. Con il tedesco sono state decisive le mie partenze sul suo servizio. Sotto pressione era più vulnerabile di quando era lui ad avere in mano il pallino».

Come hai vissuto la sfida contro Bertrand, testa di serie numero 3?

«Sono partito 2-0 e in poco tempo mi ha ripreso sul 2-2. Sono stato bravo di testa e mi sono aggiudicato il quinto set, in cui ero sotto. Nel prosieguo lui si è un po' innervosito e ho portato a casa la vittoria».

Cos'è invece accaduto contro lo svedese Simon Soderlund nei quarti?

«In campo non mi sentivo affatto appagato e mi sembrava di giocare normalmente, perché a quel punto sentivo forte il desiderio di ottenere una medaglia. Soderlund è un pongista scomodo da affrontare. Rispondeva bene ai miei servizi, mentre io ero falloso sui suoi, era veloce e sbagliava poco, esercitando un notevole controllo. Nel secondo set ero avanti e avrei dovuto vincerlo. Se ce l'avessi fatta forse la partita sarebbe cambiata. È stata comunque una buona esperienza e mi servirà in futuro» .

Come valuti il doppio con Mutti?

«Siamo stati un po' fortunati con il tabellone, perché nei sedici avremmo dovuto affrontare i due belgi Cnudde e Devos, invece abbiamo trovato il norvegese Vetvik e l'irlandese Gillen ed è stata una gara facile. Negli otto, contro il romeno Pletea e il russo Ivonin, numeri 1 del seeding, avremmo potuto fare qualcosa in più e forse ci abbiamo creduto poco. In due set su tre abbiamo avuto la palla per chiudere e non eravamo inferiori. Ci è mancata un po' di cattiveria nei momenti più delicati ».

Ti sei trovato bene con le serba Sabina Surjan nel misto?

«Peccato, perché eravamo vicini anche lì. Nel primo set dei quarti, contro i russi Ivonin e Tailakova, abbiamo sbagliato un paio di palline da mettere in campo, però non possiamo rimproverarci molto. Era la prima volta che giocavo con Sabina e abbiamo subito creato un buon affiatamento. Anche il prossimo anno le chiederò di fare coppia».

Ora ti aspetta un po' di riposo?

«Praticamente no, perché nei prossimi giorni riprenderò ad allenarmi, per preparami per l'Open di Nigeria, in programma a Lagos dal 9 al 13 agosto. È un Challenge, con il torneo assoluto e l'Under 21. Parteciperanno anche Johhny Oyebode Alessandro Baciocchi e Giorgia Piccolin».