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Non sono riuscite a raggiungere i rispettivi obiettivi le due squadre femminili agli Europei giovanili di Zagabria. Le cadette puntavano a rimanere in Prima Divisione e sono retrocesse e le juniores miravano a risalire nell’Elite e sono rimaste dov’erano. La rassegna è stata insomma lo specchio di un movimento che fatica a progredire e di conseguenza a emergere in ambito continentale.

Le cadette hanno perso nel girone contro Ucraina (1-3), Russia (0-3) e Germania (1-3) e poi hanno ceduto anche all’Inghilterra (2-3) e al Belgio (0-3). Quando la situazione era ormai compromessa, è arrivata la prima vittoria sull’Olanda (3-1), seguita da quella sulla Serbia, che è valsa la conquista del 21° posto. «Mi aspettavo qualcosa di più - spiega il tecnico Antonio Gigliotti - ma purtroppo questo è il nostro standard attuale. Abbiamo meno qualità e dovremmo sopperire con l’allenamento e non facciamo abbastanza. Il lavoro non è sufficiente. Peccato perché la discesa in Seconda Divisione il prossimo anno complicherà molto il nostro percorso. Se ci fossimo salvati, nel 2017 con una team con un anno in più e più consapevole avremmo potuto fare la nostra figura. È stata decisiva la sconfitta contro l’Inghilterra per 3-2. Jamila Laurenti ha fatto i suoi due punti e ne sarebbe bastato uno di Valentina Roncallo, che ha affrontato un’atleta più debole di lei, ma è stata troppo timorosa. In singolare Laurenti ha dimostrato di essere l’unica giocatrice veramente competitiva, anche se in allenamento deve dare molto di più. Si è qualificata per gli ottavi, dove è stata battuta per 4-1 in un match tirato dalla polacca Wegrzyn, medaglia d’argento a squadre. Si è aggiudicata il primo set e poi sull’1-1 era avanti per 10-8. È rimasta in partita, ma sono venuti fuori i limiti del suo livello di allenamento attuale. Alle sue spalle si è ben comportata Martina Nino, che ha avuto anche lei la possibilità di entrare nelle sedici e non ce l’ha fatta contro la portoghese Martins, dopo aver rimontato da 0-2 a 3-2».

Le juniores a squadre, sono state stoppate nel girone dall’Azerbaijan (0-3) e, superando il Lussemburgo (3-0), si sono piazzate seconde. Hanno poi prevalso sulla Finlandia (3-0), ma lo 0-3 contro l’Inghilterra ha fatto tramontare le speranze di promozione. Ininfluenti dunque le ulteriori battute d’arresto per 3-2 a opera di Estonia e Ucraina, che hanno relegato le azzurre in 24ᵃ posizione. «Purtroppo - osserva l’allenatore Sebastiano Petracca - abbiamo trovato subito l’Azerbaijan, con tre cinesi, che ci ha impedito di ottenere il primo posto nel girone. Successivamente è stato determinante la scontro con le inglesi e avremmo avuto bisogno di due punti di Veronica Mosconi per provare a dire la nostra. Invece solo Simona Ettari è riuscita a vincere due set. Per rimanere in Prima Divisione avremmo dovuto esprimerci la massimo e così non è stato. Veronica ha terminato a Zagabria la sua esperienza giovanile e forse avrebbe avuto la possibilità di ottenere qualcosa di più. Le altre tre, Ettari, Marcella Delasa e Sofia Mescieri, sono solo al primo anno in categoria. Ho visto desiderio di lottare e impegno da parte di tutte e hanno vinto le partite che potevano vincere. Obiettivamente, però, le avversarie erano mediamente più forti di loro. A mio parere sulle nostre juniores dobbiamo iniziare a fare un lavoro sulla crescita tecnica, sull’atteggiamento e su tutta una serie di aspetti che servirà loro per migliorare e per rappresentare un traino anche per le più piccole. Da questo punto di vista degli stage in comune potrebbero essere molto utili per tutto il movimento. Su questo fronte ci sarà bisogno di una cooperazione fra la Federazione e le società, per rendere il nostro livello femminile più competitivo, perché obiettivamente siamo indietro rispetto alla concorrenza. Ritengo che rimanere più stabilmente nelle prime sedici squadre in Europa possa essere un traguardo raggiungibile nel giro di qualche anno». Squadra juniores femminile 1

Squadra cadette 1