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Squadra cadetti Campionati Europei Giovanili 2018A una settimana da una grande vittoria, è bello assaporare ancora quelle sensazioni che solo un risultato del genere sa regalare. Da Minicadet aveva già vinto un argento e un bronzo in singolare all'EuroMiniChamps e negli Open internazionali un argento in Spagna e un bronzo in Repubblica Ceca in singolare e un argento a Lignano Sabbiadoro e un bronzo in Ungheria a squadre. Andrea Puppo ha raggiunto il suo apice ai Campionati Europei Giovanili di Cluj-Napoca, in Romania, aggiudicandosi l'oro nel misto cadetti in coppia con la russa Arina Slautina.

Andrea, com'è nato il sodalizio con la giovane Slautina?

«Ricordo che ero con mio papà Alberto, quando mi arrivò un sms da Valentino Piacentini, che mi comunicava la proposta da parte della squadra russa di allestire un doppio con Arina. Non ci pensato un attimo e ho subito accettato, perché sapevo che sarebbe stata una doppista di alto livello. La conoscevo, ma non le avevo mai parlato».

Com'è stato il feeling?

«È stato subito positivo. Prima di ogni partita facevamo il riscaldamento insieme per un'oretta e poi andavamo in campo molto concentrati e fiduciosi l'uno nell'altra».

Ottimisti sull'esito della gara?

«Non molto, perché avevamo visto il tabellone e nei quarti di finale avremmo incontrato il polacco Maciej Kubik e la russa Elizabet Abraamian, le teste di serie numero 1, che ritenevamo quasi imbattibili. Invece sono usciti negli ottavi e dopo quella eliminazione abbiamo iniziato a crederci».

Qual è stata la partita più impegnativa?

«In finale, naturalmente, si sentiva il peso della tensione. Oltretutto, dopo esserci imposti nel primo set per 11-6,  nel secondo e nel terzo abbiamo ceduto nettamente per 11-3. La mia compagna era molto giù, anche perché aveva già perso la finale a squadre. Ho cercato di tirarle su il morale e di continuare a giocare bene e siamo riusciti a venire fuori dal momento di difficoltà, anche grazie alla panchina».

Avete cambiato qualcosa nella vostra tattica?

«Valentino e Sergey Vlasov ci hanno dato dei buoni consigli e li abbiamo seguiti, anche se non eravamo partiti bene nel quarto parziale. Siamo stati attenti a commettere meno errori evitabili, soprattutto in risposta, e a tirare la palla un po' di più sul diritto della Pavade, che sul rovescio si girava bene».

Alla fine l'abbraccio con Valentino ha simboleggiato al meglio la tua soddisfazione.

«Non è da tutti vincere un campionato europeo e in più ci tenevo particolarmente, perché sapevo che sarebbe stata l'ultima gara con lui in panchina. In questi anni mi ha dato molto sia come atleta sia come persona, è un bravissimo allenatore ed è stato uno dei primi a credere in me».

Il primo è stato Alessandro Quaglia?

«Mi segue da quando ero piccolo e grandissima parte del merito di questo risultato è anche sua. È lui che ogni giorno mi allena a Genova e devo anche ringraziare mio fratello Enrico e Nicholas Frigiolini, che quest'anno mi hanno sempre aiutato».

Come giudichi il tuo torneo di singolare?

«Ho raggiunto i quarti e dunque non è andata male. Ho incontrato il francese Sabhi, uno dei clienti più ostici, tanto è vero che l'ultima volta avevo perso per 3-0. Ho avuto un brutto inizio, andando sotto per 3-0. Sono riuscito a recuperare due set e nel sesto ho avuto quattro palle per chiudere sul 10-6. A quel punto ho pensato di poter completare la grande rimonta. Lui però è stato più bravo e ha giocato in modo più aggressivo nelle fasi decisive, vincendo meritatamente».

Ti brucia un po' che siano saliti sul podio il ceco Belik e il tedesco Hollo?

«Il sorteggio avrebbe in effetti potuto andare meglio. Sono capitato dalla parte del giocatore più scomodo per me. Se avessi battuto Sabhi, in semifinale avrei incontrato Hollo, che avevo già superato due volte su due e avrei avuto grandi chance di centrare la finale».

Sei contento del rendimento in doppio con Shasa Pellizzon?

«È stato un doppio deciso all'ultimo momento e con Shasa ci siamo trovati molto bene, fin dalla gara a squadre, in cui abbiamo sconfitto tedeschi e slovacchi. Negli ottavi ci hanno fermato i romeni Tomica e Movileanu ai vantaggi del quinto set. Sul match-point per noi loro hanno colpito uno spigolo, poi hanno proseguito il loro percorso fino alla finale, confermando il loro valore».

A squadre l'inizio non era stato positivo?

«C'è stata subito la sconfitta contro la Repubblica Ceca e poi anche contro la Russia non sono riuscito a esprimermi al meglio. Mi sono sbloccato con la Germania, facendo due punti con avversari di livello. Contro la Slovacchia sapevamo che sarebbe stato difficile. Sul 2-1 per noi, contro il loro numero 1 Delincak avrei potuto giocare meglio, devo però riconoscere i suoi meriti. È stato molto bravo»

Quanta fiducia ti ha trasmesso questo Europeo?

«Se avessi perso la finale del misto non avrei la stessa fiducia che sento in questo momento. Sono orgoglioso di questo titolo e potrò provare a fare anche meglio nei prossimi anni».

Come chiusura fra i cadetti non c'è male.

«Sono felice e dal 7 al 9 settembre in questa categoria potrò ancora giocare il Top 10 Europeo Giovanile, a Vila Real, in Portogallo, essendo il numero 6 del ranking. Potrei riuscire a partecipare anche al World Cadet Challenge, se Belik non mi sorpasserà in classifica».

Venendo alla A2 con il Tennistavolo Genova, manterrete il terzetto invariato?

«Sì, nel girone A saremo sempre io, Enrico e Nicholas e cercheremo di vincere, per conquistare la promozione in A1. Quest'anno abbiamo pensato molto se accettare il ripescaggio, poi abbiamo optato per rimanere nella categoria più bassa e provare a salire sul campo».