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D3S 5744Gli ultimi buoni risultati ottenuti in campionato gli hanno dato lo slancio per affrontare al meglio delle sue possibilità la trasferta ad Asuncion, in Paraguay, alla tappa di qualificazione ai Giochi Olimpici Giovanili. Un'esperienza trionfale per il 17enne Matteo Mutti (nella foto di Pierluigi Roncallo), che ha conquistato il diritto di gareggiare a ottobre a Buenos Aires.

Matteo, con quale stato d'animo sei arrivato in Sud America?

«Ero fiducioso, perché mi ero ripreso da un periodo in cui non avevo giocato bene, contro Norbello e Messina. Con il Lomellino ho invece fatto una grande prestazione, che mi ha trasmesso una notevole carica. Oltre a ciò, non ero stato bene subito prima di partire per Rades, in Tunisia, e avevo dovuto rinunciare a quella gara di qualificazione. Ad Asuncion volevo togliermi questo peso e ottenere il pass olimpico».

Che atmosfera hai trovato?

«Faceva veramente caldissimo e, se devo essere sincero, non pensavo di riuscire a qualificarmi il primo giorno, perché sapevo che a causa dell'umidità, avrei fatto fatica con il puntino».

In effetti nei quarti contro il kazako Kenzhigulov hai rischiato l'eliminazione.

«È stato durissimo, perché ero sotto per 3-0 e non sapevo proprio come fare a batterlo. Giocava bene tatticamente e qualsiasi cosa facessi sembrava non dargli fastidio».

Poi cosa è accaduto?

«Pur in svantaggio netto, ho cercato di essere molto grintoso e di non mollare. Ero conscio che lui è uno che va sempre avanti e poi non riesce a chiudere. Ho tenuto duro e sono riuscito a portare a casa la partita».

Te lo aspettavi così insidioso?

«In effetti no e forse all'inizio lo anche un po' sottovalutato e lui ha preso coraggio ed è andato via nel punteggio. Nel quarto set, invece, può darsi anche per la paura di vincere, ha cominciato a sbagliare anche le palle più semplici e lì ho capito che avrei avuto una chance per rimontare. È stato comunque difficile fino alla fine, tanto è vero che nell'ultimo set ho prevalso per 12-10».

Come ti sei trovato in semifinale contro l'hongkonghese Chong?

«Ho avuto la meglio per 4-1, ma è stato un punteggio un po' bugiardo. Sul 2-1 per me, perdevo per 10-7 e la situazione avrebbe potuto complicarsi. Invece mi sono aggiudicato il parziale per 12-10. In quel momento ero molto arrabbiato, perché in quel set ero partito bene e poi l'avversario mi aveva raggiunto e superato. Sbagliavo molto di puntino, per via dell'umidità, e ho lasciato qualche punto un po' troppo velocemente. Sui tre set-point contro l'ho messa un po' sulla furbizia e ho sfruttato la mia maggiore esperienza. Quel frangente è stato decisivo per il successo nel match».

In finale ti saresti aspettato l'austriaco Kolodzejczyk?

«Il thailandese Panagitgun mi sembrava più forte, poi però ho visto che nei precedenti aveva sempre vinto l'austriaco. Lì per lì non ero molto contento di affrontarlo, perché mi dà sempre molto fastidio. Sono partito molto concentrato, sapendo ciò che dovevo fare, e lui ha un po' sofferto».

Cosa prevedeva la tattica studiata con Lorenzo Nannoni?

«Di fare molta pressione con il puntino sul suo rovescio. Lui è abbastanza completo, ma gioca meglio di diritto. Il rovescio è buono, ha però bisogno di tempo e pressandolo glielo toglievo. Il secondo set è stato comunque molto impegnativo, lui è salito 5-1, ho recuperato e ho dovuto annullare una palla per chiudere sul 9-10».

Alla fine la tua esultanza è stata limitata. Hai tenuto tutto dentro?

«Mi aspettavo una finale più lunga e combattuta e non sono riuscito a esprimere tutta la gioia che avevo dentro ed era enorme. Sono andato ad abbracciare Lorenzo. Abbiamo cercato insieme questa qualificazione e l'abbiamo ottenuta insieme».

Avevi eguagliato tuo fratello Leonardo con i quarti ai Mondiali Juniores e ora ti sei ripetuto, con l'ammissione alle Olimpiadi. Che dire?

«Che sono felicissimo».

A chi va la tua dedica?

«Alla mia società, Milano Sport, e soprattutto al mio tecnico Yang Min. Mi ha aiutato molto e abbiamo lavorato intensamente per raggiungere questo traguardo. Lorenzo mi ha seguito ai raduni e nelle trasferte e con lui mi sono trovato benissimo. Anche lui ha meriti importanti».

Nelle prossime settimane non mancheranno altri obiettivi.

«In campionato concluderemo con Roma sabato e poi a maggio avremo i playoff contro il Lomellino. Contiamo che in quella occasione Leo possa recuperare e allora saremo di nuovo al completo. Già che siamo arrivati fin qui, cercheremo almeno l'accesso alla finale, poi si vedrà. A inizio anno contavamo di fare soprattutto esperienza e di salvarci ed è andata molto meglio del previsto».

Ai tricolori giovanili, andrai a caccia del successo in singolare?

«Dovrò sfatare un tabù, perché anche quando ero la testa di serie numero 1 non sono mai riuscito a vincerli. Sono consapevole che non sarà facile, gli avversari non mancheranno, su tutti penso Carlo Rossi, contro il quale un po' vinco e un po' perdo».

Come vivrai gli imminenti Mondiali assoluti a squadre in Svezia?

«Sarò all'esordio e andrò sereno, cercando di fare più esperienza possibile. Spero di avere la chance di giocare e, se accadrà, darò il meglio di me, con la tranquillità di chi sa di non avere nulla da perdere e la grandissima voglia di dare una mano ai miei compagni».