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Le polemiche sollevate da Nikoleta Stefanova, per la sua mancata convocazione per il Torneo di Qualificazione Olimpica di Halmstad, hanno montato una tempesta in un bicchiere d'acqua, facendola diventare un caso nazionale. Il direttore tecnico azzurro Patrizio Deniso non ci sta più ad ascoltare false o mezze verità e ritiene che sia giunto il momento di raccontare l'effettivo svolgimento dei fatti.

Deniso, cosa la fa arrabbiare di più di questa situazione?

«Ci sono persone che amano sentirsi raccontare quello che vogliono, non importa se sia vero e falso, basta che le aiuti a sostenere le loro critiche. Sono dunque contento di poter portare il mio contributo alla chiarezza, raccontando, una volta per tutte, come siano andate le cose».

Quali sono state secondo lei le inesattezze sostenute dalla Stefanova?

«La prima, certamente, è che non c'è mai stata l'intenzione da parte della Federazione e della direzione tecnica di penalizzarla in quanto mamma».

È in grado dimostrare questa sua tesi?

«Ad agosto del 2014 mi ha fatto sapere che non avrebbe potuto partecipare al raduno di dieci giorni organizzato a Bordighera in quando impegnata nell'inserimento all'asilo di suo figlio Filippo. Alla fine è venuta per un giorno e mezzo. Lei sostiene che le avevo detto che sarebbe stato inutile che venisse. È vero, come sono solito dire anche ad altri, quando sono impegnati con i loro club, ma nel suo caso ho accettato le condizioni che aveva posto. Dopodiché, a fronte di altre convocazioni alle quali non ha mai risposto, ha rinunciato agli Europei di settembre per motivi personali. Ho continuato a convocarla altre volte a ottobre senza ricevere riscontri».

Sono stati presi provvedimenti disciplinari nei suoi confronti?

«Assolutamente no, anzi per venirle incontro ho ritenuto di organizzare una riunione alla quale hanno partecipato, oltre a me, i responsabili dell'Aeronautica Militare, per la quale era tesserata, l'atleta stessa, suo padre, e il presidente federale Franco Sciannimanico. Le abbiamo proposto una soluzione di allenamenti da svolgere a Castel Goffredo, a cinque minuti da casa sua, e neanche tanto impegnativi, tanto è vero che il colonnello dell'Aeronautica aveva riconosciuto la nostra buona volontà di arrivare a un compromesso».

Nikoleta ha rifiutato la proposta?

«Si è presa del tempo per decidere e successivamente abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale da parte dell'Aeronautica, che ci notificava che l'atleta non avrebbe più partecipato ad alcun raduno della Federazione Italiana. Da quel momento in poi non è più stata convocata, avendo rinunciato alla Nazionale».

Più recentemente, dopo la seconda gravidanza, ci sono stati sviluppi?

«Prima dei Campionati Mondiali di Kuala Lumpur di fine febbraio inizio marzo, ho ricevuto una telefonata da parte della Stefanova, che voleva parlarmi. Ci siamo ripromessi di vederci al rientro dalla rassegna iridata, agli Assoluti di Castel Goffredo. Ci siamo in effetti incontrati e pensavo che mi chiedesse la possibilità di andare alle qualificazioni olimpiche di Halmstad, invece lei stessa ha ammesso che non valeva la pena parlarne, perché dove lavora ora non le avrebbero dato la possibilità. Mi ha tolto il problema di risponderle di no, non certamente perché sia una mamma, ma perché non si era resa disponibile precedentemente per svolgere un percorso di avvicinamento alle qualificazioni. Dopo tutto ciò, secondo lei, avremmo dovuto automaticamente convocarla, perché aveva vinto gli Italiani. Dirò di più ... ».

Cosa?

«A differenza di ciò che lei non ha fatto, un mese prima di Halmstad la società tedesca in cui milita Wenling Tan Monfardini ha mandato un'e-mail, tramite il suo allenatore, in cui affermava che Tan si sarebbe messa a disposizione per andare in Svezia qualora fossimo stati d'accordo. Se Nikoleta ha svolto una serie di allenamenti e di partite nel campionato italiano e poi ha vinto gli Assoluti, Tan mi avrebbe dato certamente maggiori garanzie dal punto di vista agonistico, avendo disputato una stagione di alto livello in Bundesliga».

Avete risposto di no anche a lei?

«Naturalmente e Tan ha accettato di buon grado la nostra decisione. A nostro parere è più importante il rispetto delle regole e di chi lavora duramente per seguire un progetto di avvicinamento alle qualificazioni ai Giochi, come hanno fatto Debora Vivarelli, Chiara Colantoni e Giorgia Piccolin. Lasciatemi dire che convocare la Stefanova al posto di una di loro sarebbe stato un doping etico-morale. Ci sono valori più importanti che vanno al di là del risultato sportivo. Posso aggiungere un'ultima cosa?».

Prego.

«Nel giugno del 2013 avrei avuto piacere che Nikoleta partecipasse all'Europeo di doppio misto. Adrian Crisan, attraverso la Federazione romena, aveva chiesto di giocare con lei e sarebbe stata una coppia in grado di salire sul podio. In quell'occasione non ho effettuato una convocazione ufficiale per non metterla in difficoltà, le ho però espresso il mio desiderio che andasse. Per tutta risposta mi ha fatto capire che avrebbe accettato la trasferta solo se le avessimo versato un premio in denaro ad hoc».

Patrizio Deniso