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Con questo richiamo potremmo “fotografare” la serata di venerdi 9 Settembre a Genova, occasione per una partecipata e cordiale riunione delle società sportive e del Comitato Regionale FITeT della Liguria.
I lavori sono stati introdotti dal Presidente del Comitato Regionale CONI Liguria, Prof. Ottonello, che ha tracciato con esemplare chiarezza e sintesi il ruolo e la missione delle società sportive nel terzo millennio, alle prese con una realtà sociale analfabeta sotto il profilo motorio ma al contrario estremamente esigente nella ricerca assai precoce di risultati e prestazioni sportive.
E’ stata poi la padrona di casa, il Presidente del Comitato Regionale FITeT, ad analizzare lo stato di salute del proprio Comitato e la rilevanza dell’apporto delle società sportive (rappresentate pressoché nella totalità) nella crescita costante di partecipazione quantitativa e qualitativa alla attività sportiva regionale e nazionale.
Ulteriore contributo e spunto riflessione è giunto dalle parole di Matteo Quarantelli che ha tracciato un bilancio dell’impatto delle attività del Progetto Giovani. Le persone al centro dell’azione federale, è il principale riferimento evidenziato: non solo quindi i giovani, giovanissimi praticanti, cui sono destinate le attività organizzate ma anche, forse soprattutto, gli adulti che contribuiscono alla riuscita, siano essi tecnici, familiari, dirigenti. Quest’ultimi oggi sono chiamati ad uno sforzo importante di crescita che passa attraverso la presa in carico di un modello formativo più equilibrato dei giovani, che richiede una importante spinta motivazionale. Espressione, parola chiave diviene “apprendere” proprio per la forza di cambiamento che ne è sottesa: che si traduce per i nostri praticanti nell’imparare a praticare e a muoversi; che può divenire per chi occupa di questi giovani, invece, l’opportunità di conoscere differenti (non nuovi) modelli organizzativi della pratica motoria e sportiva. Una particolare attenzione è stata dedicata alle dinamiche favorevoli alla creazione di gruppi femminili di praticanti, esigenza ormai rilevantissima in tutto il tessuto sportivo nazionale.
La seconda parte del meeting, coordinata dal Consigliere Federale Carlo Borella, è stata sviluppata in un ampio ed articolato dibattito con numerosi interventi dei dirigenti presenti.
Di interesse i contributi proposti che così possiamo sintetizzare:
•    quale “formula” organizzativa per stabilire maggiore equilibrio nella programmazione dell’attività dei giovani praticanti, alle prese con un fittissimo calendario di eventi agonistici;
•    il ruolo del dirigente sportivo, promotore della conoscenza del tennistavolo sul territorio, organizzatore di attività formative e di competizione, moderatore per una crescita equilibrata;
•    il ruolo del dirigente dell’Istituzione sportiva, facilitatore nella creazione di una “rete” territoriale, orientato all’evoluzione dell’Organizzazione in senso non solo prestativo ma anche promozionale;
•    il ruolo dei tecnici cui spetta maturare tante scelte per, a favore, dei propri ragazzi, cui è richiesto di mettere in discussione continuamente le proprie certezze, cui è richiesto sempre più di aggiornarsi e confrontarsi;
•    l’immagine dell’Istituzione Federazione, sostenitrice delle attività delle società sportive, presente sul territorio, facilitatrice nell’opera di promozione della pratica.