Banner MINI bando Over65 B 3

Senza aspettare il prossimo numero della rivista, nel quale verrà dato ampio spazio ai Campionati Europei Paralimpici, alle tre medaglie conquistate ed a un interessante studio sulle Classi che spiega bene le categorie di questi atleti, abbiamo chiesto ad Alessandro Arcigli di farci subito, quasi a caldo, un commento su un torneo che iniziato male con la riclassificazione di Scazzieri è stato poi rilanciato ed impreziosito dalle tre medaglie azzurre di cui due d’oro.

Alessandro a te la parola, raccontaci come è andata.
“Vorrei iniziare con le parole del Presidente Mondiale del Para Tennistavolo: “Dichiaro conclusa la migliore edizione dei Campionati Europei Paralimpici di Tennistavolo”, infatti, l’edizione di Spalato è stata unica e sarà difficile in futuro eguagliarla. Per i colori azzurri, il bottino finale di medaglie (2 ori ed 1 bronzo), ci consente di iniziare, con un moderato ottimismo, la stagione che ci porterà alle Paralimpiadi.
Copertina tutta per Pamela Pezzutto. Strafavorita, sia nel singolare che a squadre con Clara Podda,  la friulana non ha deluso le aspettative. Poteva perdere già il primo incontro (0-2 e 8-10 il parziale), che l’avrebbe esclusa dal tabellone finale, ma proprio in quel momento ha dimostrato la tranquillità e sicurezza nei propri mezzi che la contraddistinguono. Poteve perdere anche in semifinale nel singolare ed in finale a squadre (entrambe le volte con la Francese La Faye), ma anche in quelle occasioni è riuscita a ribaltare le situazioni sfavorevoli. Non è, certamente, stato casuale ed è proprio nelle occasioni più difficili che si vede il “campione”, COMPLIMENTI PAMELA!
Subito dopo non può mancare l’analisi delle prestazioni della “veterana” Clara Podda che, come già scritto, ha conquistato con Pamela la medaglia d’oro a squadre. L’atleta romana era, a mio avviso, la più in forma della nostra comitiva e mi aspettavo una medaglia anche nel singolare. Purtroppo, ancora una volta, Clara non ha saputo gestire le emozioni e le pressioni di un campionato europeo ed ha reso, nel singolare, al di sotto delle possibilità. Tesa e nervosa non è riuscita a sviluppare tutto ciò che con il suo allenatore, Fabio Angiolella, aveva allenato. Trasformatasi nel giorno libero, nella gara a squadre si è vista la “vera” atleta capitolina e non c’è stato scampo per nessuna delle sue avversarie. Da Clara mi aspetto ancora tantissimo, ad iniziare proprio da Londra 2012 e sono certo che, ancora una volta, non mi deluderà.
Altro “big Azzurro” della manifestazione è, senza dubbio, Andrea Borgato. Quarto nel Singolare, dopo aver battuto ai quarti il fortissimo tedesco Nikelis, Andrea conduceva 2-1 nella finale per il bronzo con il Francese Ducay. Resta l’amarezza, ma la consapevolezza che Andrea Borgato è ormai nel novero dei migliori al mondo e nulla gli può essere precluso. La strada iniziata quest’anno, con il suo ingresso nella rosa della nazionale, è quella giusta ed è stata premiata dal bronzo della gara a squadre insieme al siciliano Marco Pizzurro. I due hanno dimostrato di essere una vera e propria squadra, e non la somma di due individualità. Sconfitti di misura da Francia e Gran Bretagna i due non si sono disuniti ed, insieme, hanno trovato la forza per battere, meno facilmente di quanto non dica il risultato, l’Ungheria e salire così sul podio. Dopo aver analizzato le prestazioni dei “medagliati” passiamo a tutti gli altri atleti. In classe 2 maschile avevamo Giuseppe Vella, Julius Lampacher e Federico Crosara. Nel singolare, Vella è stato l’unico a superare il girone grazie alla vittoria sullo Spagnolo Sastre, mentre Lampacher e Crosara (nonostante delle dignitose prestazioni) non sono riusciti nell’intento. Totalmente diversa la prestazione nella competizione a squadre, dove si è giunti ad un passo dal bronzo. Vittoria con la Polonia per 3 a 1 (due punti di Crosara ed uno di Vella) e sconfitta nella finale per il terzo posto con l’Austria. In questa partita Vella ha vinto con il neo campione europeo di classe 1 Vevera e Crosara è stato vicino a superare sia il forte Ruep che lo stesso Vevera. Nulla da fare alla fine, ma resta la certezza di essere una delle migliori squadre d’Europa.
In classe 3 Nicola Molitierno reduce da un lungo e fastidioso infortunio ha superato il girone battendo l’Austriaco Saiger e poi è stato sconfitto dal vincitore del torneo il Serbo Kaiser. Anche a squadre la prestazione di Nicola è stata condizionata dall’aver affrontato le due compagini che poi hanno disputato la finale, quindi non si può certamente dire che il campano sia stato “baciato” dalla fortuna. Anche Salvatore Caci in classe 4 è stato sconfitto subito dopo aver superato il girone ed a squadre, giocando con Nicola, vale quanto scritto in precedenza per il giocatore campano.
Ultimata questa carrellata sui giocatori in carrozzina, passiamo a parlare delle prestazioni di quelli in piedi. In classe 6 Raimondo Alecci ha deluso le aspettative, perdendo (subito dopo aver vinto il girone) dallo svedese Itkonen per 3 a 1. Raimondo ha pagato l’essersi “rilassato” già a Giugno, dopo aver conquistato la certezza della qualificazione paralimpica, se vorrà rientrare ai massimi livelli, dovrà ricominciare a lavorare duramente. Due gli atleti in classe 7, Andrea Furlan e Davide Scazzieri. Il primo ha dimostrato nella gara a squadre tutto il suo valore, battendo il vicecampione europeo Popov e perdendo solo per 3 a 2 dal campione europeo Bayley. Diverso il discorso per Davide, il suo campionato europeo è finito prima di incominciare. Troppo forte la delusione per l’imprevista riclassificazione (da classe 6 a classe 7) per poter riuscire a rendere al meglio. Due sconfitte, ma sul filo di lana per Manfredi Baroncelli in classe 9. Il bolognese ha prima fatto sudare l’Olandese Last (poi classificatosi al secondo posto) e poi si è giocato la qualificazione perdendo dall’ungherese Zborai 16-14 il set decisivo.
Terminiamo parlando delle donne che non sono riuscite a conquistare una medaglia. In classe 3 Federica Cudia e Michela Brunelli, la prima non ha vinto una partita continuando nell’alternanza di risultati che quest’anno l’ha vista vincere con le medagliate Pintar e Kanova, ma anche perdere con numerose atlete alla sua portata. E’ la più giovane del gruppo ed ha tutto il tempo per maturare. Michela nel singolare ha giocato molto bene e dopo aver superato il girone preliminare  ha perso con la campionessa europea Ahlquist per 3 a 1 (il quarto set solo ai vantaggi), dimostrando di potercela fare e cedendo solo per un soffio. A squadre non è riuscita a ripetersi, anche se le uniche 2 vittorie individuali della nostra formazione portano la sua firma. In classe 4 Valeria Zorzetto è stata ad un passo dal podio. La rocambolesca sconfitta con la slovena Dolinar ai quarti di finale non le ha consentito di giocare per le posizioni che le competono. Credo abbia patito il non aver potuto giocare con la sua racchetta (giocava con quella di Lampacher), più che la sua avversaria. In classe 5 Marisa Nardelli ha perso con le due atlete che hanno poi giocato la finale, entrambe decisamente più competitive, ed ha battuto per 3 a 1 la polacca Rompa, unica atleta alla sua portata. A squadre Marisa e Valeria potevano salire sul podio. Nella finale per il bronzo la Slovenia poteva essere battuta, ma la sconfitta di Zorzetto con Pintar e di Nardelli con Dolinar (entrambe partite “da vincere”) ci hanno condannati al quarto posto. Per Paola Bevilacqua vale lo stesso discorso di Zorzetto, anche lei non ha potuto giocare con la sua racchetta (giocava con quella di Podda) e solo così si può spiegare una sconfitta come quella con la Turca Turkkan che non le ha fatto vincere la meritata medaglia (sul podio è salita la Russa Karmaeva già battuta numerose volte da Paola).
In conclusione vorrei ringraziare di cuore l’intero staff, iniziando dai tecnici Donato Gallo (mio autentico braccio destro), Fabio Angiolella e Massimo Oliveri (entrambi validissimi nei rispettivi ambiti). Senza dimenticare Ana Brzan, Carmelo Spitaleri, Cristina Calì, Eva Pittini, Orlando Giraldi (tutti impegnatissimi, anche al di là dei propri compiti) e “dulcis in fundo” Paolo Puglisi (sempre più indispensabile in queste occasioni).
Dal punto di vista “generale” non si può negare che troppe nazioni stanno investendo sul tennistavolo paralimpico in maniera professionale, per restare ai vertici bisognerà moltiplicare gli sforzi, sia da parte della federazione che, specialmente, da parte degli atleti.”