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Gruppo Italia ai Campionati Europei 2019A poche ore della conclusione dei Campionati Europei paralimpici di Helsingborg e prima di entrare nel merito delle prestazioni dei singoli atleti nei prossimi giorni, il direttore tecnico Alessandro Arcigli traccia un bilancio complessivo della manifestazione in chiave azzurra.

«Solo pochi anni fa eravamo la periferia del tennistavolo paralimpico ed entravamo dalla porta di servizio, ora siamo una scuola» dichiara il dt, lodando quanto di buono prodotto dal nostro movimento in Svezia.

«I numeri del pongismo paralimpico italiano - continua - sono cresciuti molto e ora la nostra Nazionale non è solo fra le più forti a livello europeo, ma si difende egregiamente anche in campo mondiale. Più della metà della squadra a Helsingborg era Under 25 e questo testimonia i risultati dell'impegno costante di reclutamento di giovani talenti, operato a partire dal 2012». 

Nel confronto con la rassegna continentale di due anni fa a Lasko, il progresso salta all'occhio:«Agli scorsi Europei festeggiavamo con convinzione ed entusiasmo due bronzi individuali e l'argento a squadre. Ora non solo miglioriamo di gran lunga la qualità delle tre medaglie conquistate (un oro, un argento e un bronzo), ma abbiamo il concreto rammarico per almeno altri 3 o 4 potenziali e realistici posizionamenti sul podio».

Il presente, come sempre, sarà di stimolo per organizzare il futuro:«Il fatto che non ci siano stati altri podi, che erano nelle nostre possibilità, ci motiva a fare sempre di più e meglio, il fatto che potessero concretamente arrivare ci  conforta, però, sulla bontà del percorso intrapreso dal presidente Renato Di Napoli e dal Consiglio Federale, con la decisione di trasferire i migliori atleti a Verona. Fino a fine mese, godiamoci le sensazioni uniche e indimenticabili dell'inno di Mameli e riguardiamoci le foto delle premiazioni, poi dal 2 ottobre ricominceremo con grande determinazione il nostro lavoro al Centro Federale Paralimpico residenziale».