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Martina Mura e Daniel Maris allUnità Spinale di CagliariIl tennistavolo ormai da quattro anni è sport di riferimento all’Unità Spinale Unipolare di Cagliari, nell’ambito del progetto ad ampio raggio nazionale denominato “Sport e terapia” che si fonda su un protocollo d’intesa tra Il Comitato Italiano Paralimpico e le Unità Spinali di tutta Italia.

A insegnare i primi rudimenti, che coinvolgono racchette e palline, sono il tecnico Martina Mura e l’atleta paralimpico Daniel Catalin Maris, nella speranza che, al termine del ricovero, le persone che hanno sperimentato il ping pong siano intenzionati a continuare, magari tornando periodicamente in reparto, oppure tesserandosi per una società vicina al luogo di residenza. Sono diversi quelli che hanno voluto insistere.

«Il progetto - spiega il presidente della FITeT Sardegna Simone Carrucciu - è un laboratorio, sempre in movimento, dove noi operatori ci impegniamo a essere sempre in sintonia con il particolare momento che il paziente sta vivendo durante una permanenza di una durata compresa fra i sei e i nove mesi circa. Lavoriamo molto sotto l’aspetto psicologico, facendo leva sullo sport, non solo come momento di inclusione, ma anche di crescita mentale. I degenti, dopo che l’hanno provato, si rendono conto di come il tennistavolo sia una disciplina da coltivare e questo aspetto vale anche per chi ha disabilità molto gravi. La presenza di Daniel, che vive la sua condizione in maniera attiva, in questo caso è molto importante, perché».

Fondamentale il lavoro di squadra:«Il supporto dello staff dell’Unità Spinale è prezioso, perché senza di lui la nostra attività non potrebbe esplicarsi. Un grazie va poi ai nostri tecnici e al CIP Sardegna, per l’opportunità che ci viene concessa. Proseguiremo questo laboratorio affinché i fruitori trovino nello sport una ragione di vita, come portatore anche di percorsi alternativi nell’ampliamento delle relazioni sociali».