L’ucraino Viktor Vasylevskyi, una vita sconvolta dalla guerra
- Pubblicato: 10 Luglio 2024
Il 47enne ucraino Viktor Vasylevskyi, tre volte vincitore di medaglie ai Campionati Europei Master, nel 2023 a Sandefjord, in Norvegia, ha conquistato i titoli nel singolare e nel doppio maschile Over 45. In questi giorni sta gareggiando ai Mondiali di Roma. I risultati ottenuti recentemente non sono altro che la naturale conseguenza di anni e anni di duro lavoro e si sono andati ad aggiungere ai numerosi tornei e campionati ucraini vinti a livello giovanile.
L’inizio del suo torneo iridato, in verità, non è stato dei migliori, dal momento che Vasylevskyi si è classificato secondo nel suo girone, alle spalle dello slovacco Michal Bardon, contro il quale ha perso per 3-1, dopo aver battuto l’indiano Rujul Patel e il francese Philippe Wagner per 3-0. «Sinceramente - confessa - non sono affatto soddisfatto della mia prestazione, avendo perso l’ultima partita che avrei dovuto vincere, per passare come primo. Spero ora di alzare il mio livello, perché ho giocato veramente male. Ovviamente spero di vincere o meglio voglio vincere questa competizione! L’obiettivo è sicuramente quello di conquistare una medaglia e su quello non ci sono dubbi. Essendo campione europeo in carica sia nel singolare sia nel doppio, devo farmi valere e non aver paura di nessuno. Per me il tennistavolo è molto importante, sono sempre stato un agonista e sono diventato un giocatore professionista all’incirca quando avevo 15 anni, quindi questo sport fa parte della mia vita da moltissimo tempo».
Attualmente la situazione è più complicata, a causa della guerra contro la Russia. «A Kharkiv, dove vivo, - racconta - cadono centinaia di missili al giorno e per questo quella che era la popolazione originaria di due milioni di persone ora si è dimezzata, avendo molti deciso di fuggire dal pericolo quotidiano. Sono qui perché, per motivi di salute, sono impossibilitato a prendere parte alla guerra e ho una licenza che mi consente di oltrepassare i confini del mio Paese. Se non avessi questi problemi sarei stato costretto a prendere un fucile e andare al fronte perché sono un uomo in quella fascia di età in cui è richiesto il servizio militare. Spero che la guerra finisca il prima possibile, che finisca quest’anno, anche perché voglio salvare la mia compagnia, che si occupa di interni. Ma soprattutto voglio che la mia famiglia stia insieme perché le persone a me care sono fuggite dalla guerra due anni e mezzo fa, quando tutto è iniziato, e da allora non ho potuto vederle per moltissimo tempo. È stato tutto molto difficile anche per mia moglie e i miei figli di 8 e 10 anni, che sono cresciuti a lungo senza di me e si tratta comunque di un’età in cui un genitore dovrebbe poter stare con i propri figli».
Sul fronte pongistico, Viktor ha avuto meno disagi: «Fortunatamente ho potuto allenarmi e giocare a tennistavolo 3 o 4 volte alla settimana, avendo un tavolo nella mia fabbrica e chiamando alcuni miei amici a farmi compagnia. È uno sport che sinceramente mi ha aiutato molto a creare amicizie, semplicemente giocando, ed è forse questa la sua migliore qualità. Il tennistavolo è molto bello e molto duro e, se si vuole diventare forti, bisogna allenarsi ogni giorno ed essere sempre pronti a impegnarsi. Bisogna abituarsi a pensare e dare sempre tutti se stessi. È l’allenamento che in questo sport rende giocatori».
Ha collaborato Edoardo Zuglian