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Lultima partita copertina fotoS’intitola “L’ultima partita” il romanzo (copertina allegata), scritto dal giornalista e scrittore Enrico Pedemonte per Rizzoli, che racconta l’incredibile vita di Alojzy "Alex" Ehrlich, grande sportivo e poi testimone della deportazione razziale, con anni terribili trascorsi nei campi di concentramento di Auschwitz e Dachau.

Nato nel villaggio di Bukowsko, in Polonia, nel 1914, è stato un campione di tennistavolo, che ha conquistato la medaglia d’argento in singolare ai Campionati Mondiali del 1936, 1937 e 1939. Nella rassegna iridata del 1936 a Praga, Ehrlich è diventato famoso con il romeno Paneth Farkas, perché il primo punto del loro match fu anche il più lungo di sempre, durato la bellezza di due ore e 12 minuti, con la pallina che superò la retina più di 12mila volte.

Poi la militanza nella resistenza, l'arresto nel giugno 1944, le torture, il viaggio nel vagone blindato, il campo di concentramento. Non era un prigioniero come gli altri. I capi nazisti sapevano che era un campione sportivo e lo avevano assegnato a un kommando con un compito speciale: disinnescare bombe inesplose.

Dopo la guerra non è più potuto tornare in patria, essendo una “persona non gradita” e si è stabilito a Parigi. Ha ripreso a giocare a tennistavolo, rappresentando fino al 1963 la Francia nelle massime manifestazioni internazionali. Appesa la racchetta al chiodo, ha iniziato ad allenare, diventando il direttore tecnico di varie Nazionali, fra le quali la grande Svezia.

Il trait d’union di Ehrlich, che era uomo in possesso di una notevole cultura e poliglotta capace di parlare nove lingue, con l’Italia è stato Arnaldo Morino. Il presidente dell’Athletic Club Genova lo ha conosciuto in Costa Azzurra, dove l’ex campione aveva aperto un villaggio turistico e ospitava dei raduni pongistici di alto livello, e con il tempo ne è diventato un ottimo amico. «Sono stato io stesso - racconta Morino - a suggerire ad Alex di lasciare traccia delle sue memorie, perché ritenevo la sua storia veramente incredibile e degna di essere conosciuta. Poco prima di morire mi ha consegnato il materiale scritto a macchina in francese e gli avevo promesso che mi sarei impegnato per trovare un’opportunità di pubblicazione. Grazie all’amico Enrico Pedemonte, che ha esaudito, nel migliore dei modi, il mio desiderio di trasformare i racconti di Ehrlich in un romanzo, a distanza di 30 anni dalla sua morte sono riuscito a tradurre in realtà l’impegno che avevo preso e ne sono veramente felice».

Il presidente federale Renato Di Napoli plaude all’iniziativa:«Mi complimento con l’autore Enrico Pedemonte, che, attraverso il suo romanzo, ci permette di entrare in contatto con un mondo pongistico quasi pionieristico e dal fascino indiscusso e con un personaggio come Alojzy Ehrlich, che è stato un grande atleta e un grande uomo. La sua storia sportiva e umana può trasmettere molti insegnamenti a tutti noi».

“L’ultima partita” sarà in tutte le librerie a partire da giovedì 27 gennaio, giorno in cui sarà presentato alle ore 18 a La Feltrinelli di via Ceccardi 16r a Genova, alla presenza di Pedemonte, Morino e degli scrittori Ferruccio Giromini e Luca Borzani.