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Terzo blocco di impegni, ultime quattro sedute del Campus 2011. Ragazzi e tecnici sempre più motivati e partecipi nonostante un poco di legittima stanchezza.
Nella seduta pomeridiana si sviluppano le esercitazioni che introducono alla situazione match: i tecnici oggi propongono molte esercitazioni sugli obiettivi sviluppati nelle giornate precedenti, avviando il gioco con il controllo di servizio e risposta.
Si è infatti ormai stabilizzata la fase di apprendimento dei movimenti in catena cinetica e quindi si può spostare l’attenzione sull’ambiente e promuovere variabilità di stimoli e risposte.
Nelle situazioni proposte nella giornata odierna gli indicatori di riuscita erano riferiti all’efficacia dell’azione prodotta, alla qualità della pallina inviata, alla certezza della gestione della circolazione della pallina stessa.

In questa ormai conclusiva serie di sessioni di attività l’attenzione è stata spostata dalle caratteristiche coordinative dell’azione da produrre agli aspetti di riconoscimento, decodifica della situazione, di elaborazione della risposta più coerente alla situazione di gioco.
Questo cambiamento produce naturalmente un esito non sempre facilmente controllabile ma produce un elevata sollecitazione per le abilità cognitive.
Una strategia che alterna sedute con esercitazioni a blocchi ad altre con esercitazioni random, ad altre ancora con un contributo misto (a blocchi e random).

Le esercitazioni a blocchi richiedono una continua ripetizione di un compito in situazione standard cioè nella quale i parametri spazio-temporali sono limitati e controllati.
Al contrario le esercitazioni random (casuali) favoriscono la ripetizione di più compiti in sequenza anche non regolare, in situazione di gestione più ampia dei parametri spazio-temporali.
Queste ultime esercitazioni divengono particolarmente favorevoli quando si sia superata una iniziale fase di stabilizzazione dell’apprendimento: esse favoriscono la capacità di trasferire “la soluzione di un problema” motorio da un caso ad altri, la capacità di verificare le esigenze ambientali per produrre una risposta coerente.

Negli sport di destrezza, di situazione a volte accade che l’utilizzo prevalente di esercitazioni a blocchi stabilizzi la capacità di produrre movimenti certi ma stereotipati: con la conseguenza che durante il match non ripresentandosi le esigenze presenti nelle situazioni di pratica consueta, l’atleta appare incapace, incerto.
Al contrario quando viene “messo in crisi” da richieste di azione che hanno maggiore variabilità, l’atleta, durante il match, appare più pronto a risolvere i problemi e meno centrato sulle routine ripetute un gran numero di volte.

In effetti non vi sono verità assolute poiché lo sport ci propone una rielaborazione continua di obiettivi e strategie di apprendimento ed allenamento in particolare nell’età evolutiva: prima ci spinge ad apprendere utilizzando le certezze delle situazioni ripetitive “a blocchi”; poi costringe a mettere fortemente in discussione quanto appreso con esercitazioni in sequenza casuale. E poi, laddove si tratta di sviluppare ed affinare la prestazione per il risultato, ci spinge ad alternare continuamente.