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Italia ai Mondiali di BratislavaItalia straordinaria ai Campionati Mondiali a squadre di Bratislava. L'euforia per le due medaglie d'oro di Michela Brunelli e Giada Rossi in classe 3 e Andrea Borgato e Federico Falco in classe 1 e per quella di bronzo di Federico Crosara e Peppe Vella in classe 2 è stata rafforzata dalla posizione occupata nel medagliere. I conteggi sono stati effettuati dal direttore tecnico paralimpico Alessandro Arcigli, e hanno anticipato l'ufficializzazione da parte della Federazione Internazionale, e gli azzurri sono secondi, alle spalle soltanto della Russia, che ha conquistato due ori e un argento.

«Quello che è accaduto la scorsa settimana - spiega il dt - è stato veramente strepitoso. Nulla era scontato e agevole e tutto è invece stato complicato nelle varie partite. Siamo all'apice, ai primissimi posti del tennistavolo paralimpico mondiale, e d'ora in poi fare meglio sarà impossibile. Non possiamo sottacere il fatto che mancasse la Cina, e comunque anche questo aspetto è la dimostrazione della difficoltà da parte di tutti di mantenere un certo standard di prestazioni e di partecipazione. Partecipare significa organizzarsi e prepararsi e se un colosso come la Cina non riesce a stare dietro a tutto vuol dire che il compito non è assolutamente facile. Gli altri Paesi c'erano tutti e dunque possiamo affermare che dopo la Cina l'Italia c'è».

Medaglie Michela Brunelli e Giada RossiLa spedizione azzurra è stata curata nei minimi particolari:«I ragazzi sono stati fantastici, abbiamo compiuto gli step giusti nella marcia di avvicinamento e siamo arrivati nelle condizioni migliori e questo ci ha permesso di vincere le partite. Siamo stati bravi a decidere di preparare il doppio, mentre gli altri si sono accorti in ritardo dell'importanza di questa scelta, e abbiamo anche seguito un percorso tattico che ha dato risultati. Siamo stati innovatori sul fronte tecnico-tattico, come per quanto riguarda il famoso "campanile", che ci ha consegnato il bronzo paralimpico di Giada alle Paralimpiadi e almeno due delle tre medaglie in Slovacchia. Nulla è stato lasciato al caso e abbiamo vissuto un'esperienza fantastica».

Brunelli e Rossi si sono anche aggiudicate il premio come migliore squadra femminile. «La Svezia di classe 9 - afferma Arcigli - è stata designata in campo maschile e la nostra compagine di classe 3 nel femminile. Lo ritengo anche un riconoscimento al nostro movimento. Un'altra dimostrazione è stata la scelta di farmi pronunciare il giuramento dei tecnici, ancora prima che vincessimo le medaglie. Ero emozionatissimo per quello che rappresentava e mi sono sentito investito da questa responsabilità. A poco a poco si stanno accorgendo tutti che l'Italia vale, con i suoi atleti, i dirigenti e i tecnici. A livello paralimpico siamo considerati e riconosciuti come una nazione da cui prendere esempio. Quanto abbiamo fatto in questi ultimi anni è sotto gli occhi di tutti».

Podio Andrea Borgato e Federico Crosara MondialiIl doppio è stato la vera arma vincente:«Nelle classi 1 e 3 non ne abbiamo perso uno. Avere la tranquillità di schierare un doppio vincente, consente di giostrare la formazione e di poter anche perdere un singolare, come è accaduto contro la Croazia nel femminile. Contro la Thailandia nel doppio eravamo indietro per 2 set a 1 e 3-0 nel quarto. Abbiamo vinto il quarto per 11-4 e il quinto per 11-0, con un parziale devastante di 22 punti a 1. Il doppio non è la somma di due individualità e rappresenta l'insieme di un team. Aggiudicarsi il doppio vuol dire che si è veramente una squadra. Venendo alla classe 1 di Andrea e Federico, anche quando abbiamo perso contro la Gran Bretagna, eravamo convinti che battendo la Corea, la nazione più forte, saremmo approdati al titolo. Ci credevamo tutti».

Brunelli è stata bravissima a non rivivere i fantasmi di Rio:«Contro la Croazia, dopo aver vinto il doppio e perso il primo singolare, si è trovata nuovamente sul 2-2, proprio come nella finale per il terzo posto deicontro la Corea. Non ha avuto timori e alla "bella" è partita 7-0. Come ha lei stessa dichiarato nell'intervista rilasciata all'Ittf, si è sentita pienamente supportata da Giada e ha giocato nel massimo della serenità, per puntare all'oro. Al Lignano Master Open avevamo ceduto alle croate per 2-1 e nell'ultimo incontro per 13-11 al quinto set. Abbiamo tratto insegnamento da quella sconfitta, per modificare alcuni aspetti nel corso dell'anno e non farli vedere alle avversarie. A Lasko, una setimana prima della rassegna iridata, non ho fatto giocare Giada e non ho fatto disputare la gara a squadre a Michela, per non scoprire le carte e mantenere la sorpresa per il momento più importante».

Medaglie Crosara e VellaImpossibile dimenticare il terzo posto di Crosara e Vella. «Di solito un bronzo iridato - commenta Arcigli - è un risultato clamoroso. Questa volta Federico e Peppe sono stati sfortunati, essendoci stati due ori, a non avere la risonanza che meritano. Anche il loro risultato è stato straordinario. Hanno superato la Spagna, che li aveva battuti nettamente la settimana prima. Tutto il torneo avevamo fatto giocare Federico subito dopo il doppio e contro gli iberici abbiamo cambiato. Ho ancora in mente l'espressione del loro allenatore, quando ha letto la nostra formazione e si è reso conto che li avevamo beffati. Vella si è imposto su Sastre in modo assolutamente inaspettato. C'è un po' di rammarico per la semifinale contro i futuri campioni della Slovacchia, perché nel doppio eravamo 1-1 e 8-4 per noi nel terzo parziale. Se avessimo prevalso, tenendo conto che poi Federico ha avuto la meglio sul loro numero 2, forse avremmo fatto tris di ori. Va comunque benissimo così e il bronzo vale moltissimo».

In classe 10 Amine Kalem e Lorenzo Cordua si sono fermati nei quarti di finale:«Non era la classe di Amine e Lorenzo, che invece era nella sua classe, è ancora minorenne e dunque un atleta che si sta formando. Era una gara che serviva per far fare esperienza e verificare se questa squadra potesse avere un futuro. La risposta è affermativa,, avendo battuto l'Ucraina e perso in modo tirato sia contro la Polonia sia contro la Russia, che poi hanno disputato la finale. Si tratta di una squadra sulla quale varrà la pena d'investire. Non era ancora il momento giusto per ottenere la medaglia, ma verrà anche quello».

Peppe Vella ha tirato avanti con le unghie e con i denti ed è stato stoico, ora però dovrà risolvere il problema fisico che lo condiziona, poi si potrà pensare agli Europei di fine settembre e inizio ottobre a Lasko. Il pensiero finale del direttore tecnico non può non andare al tecnico Donato Gallo, fidato compagno di avventura:«Con lui c'è un rapporto fraterno e non è il mio braccio destro, ma entrambe le braccia».