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Marco Dolfin in azioneSaranno, come noto, sette i pongisti azzurri che parteciperanno a settembre alle Paralimpiadi di Rio. In Brasile gareggerà però anche Marco Dolfin, che ha iniziato la sua attività in carrozzina con il tennistavolo e poi ha scelto il nuoto, che coltivava già come passione prima dell’incidente dell’ottobre 2011. A mettere per la prima volta una racchetta in mano al torinese, classe 1981, che di professione è chirurgo ortopedico, è stata Patrizia Saccà, che l’ha incontrato all’Unità Spinale del CTO, nel corso di quella che lei definisce la sua attività di “ping pong terapia”. Patrizia, che tutti conoscono come campionessa, capace di vincere medaglie in tutte le principali manifestazioni internazionali e in particolare il bronzo a squadre ai Giochi di Barcellona del 1992, crede in modo assoluto nell’importanza del tennistavolo nel percorso di recupero fisico delle persone e presta il suo servizio anche al Centro Riabilitativo Polifunzionale “Borsalino” di Alessandria. In questi giorni è a Sestriere, dove da cinque anni collabora con l’associazione Freewhite dell’ex campione di sci Gianfranco Martin, tenendo dei corsi all’interno dell’Hotel Lago Losetta. Ogni estate da fine giugno a fine agosto passano da lei oltre 200 persone di tutte le età e le disabilità.

«All’Unità Spinale - racconta Saccà - ho stimolato Marco a tornare a fare sport, dopo che per per molti anni aveva praticato agonisticamente l’hitball. Per tutto il periodo in cui è stato ricoverato si è allenato due volte alla settimana con me. Uscito dall’ospedale ha continuato con me alla Sisport. Successivamente ha svolto uno stage con la Federazione e il direttore tecnico Alessandro Arcigli. Nel frattempo, sempre alla Sisport aveva anche iniziato il nuoto. A un certo punto è venuto da me e mi ha espresso il desiderio di andare alle Paralimpiadi di Rio. Gli ho detto che con il tennistavolo in soli tre anni non ce l’avrebbe fatta e che ci sarebbe riuscito in uno sport in cui avesse avuto il completo possesso della tecnica. Il nuoto è parso la soluzione migliore. Peccato perché nel tennistavolo aveva un buon impatto con la palla e sapeva eseguire il topspin e il taglio. Marco si allenava sempre con grandissima determinazione. Oltre a me lo ha seguito Alberto Margarone e alla Sisport ha giocato con Lorenzo Cordua, che era alle prime armi. Una foto che lo ritrae in azione di spalle ha vinto il concorso “Uno scatto per lo Sport” organizzato dal Cus Torino. Quando ho ricevuto la notizia che avrebbe partecipato ai Giochi, ho pianto di gioia, perché si è veramente meritato tutto ciò che ha ottenuto».

Marco Dolfin WEB 2Dolfin ripercorre con piacere i suoi trascorsi pongistici:«Il tennistavolo era l’unico sport, quando ero ancora ricoverato, che fosse praticabile anche fuori dagli orari di fisioterapia. Il lunedì pomeriggio avevamo un paio d’ore con Patrizia Saccà per ricevere le prime nozioni tecniche e poi, avendo il tavolo a disposizione al piano terra dell’Unità Spinale, ci si poteva giocare tranquillamente anche di sera con parenti e amici. Mi piaceva anche prima dell’incidente, ma lo vedevo soprattutto come un hobby, poi è diventata invece un’attività più seria. Infatti quando ho iniziato a frequentare l’Unità Spinale come Day Hospital e a essere più autonomo con l’automobile, tramite Patrizia ho cominciato a giocare alla Sisport, alla sera con i master, integrando una volta alla settimana con lezioni private da Alberto Margarone».

Fra i momenti più belli quello dello stage effettuato con la Nazionale a Lignano Sabbiadoro: «Sono stati giorni molto intensi come allenamento ed è stato molto gradevole trascorrerli con gli atleti del giro azzurro e lo staff, che sono stati tutti molto disponibili con me. Lo scorso maggio abbiamo disputato al Villaggio Ge.Tur. i Campionati Italiani di Società di nuoto e sono passato a salutare qualche pongista che era lì in raduno. Nel tennistavolo ho trovato un bell’ambiente e mi sono sentito a mio agio con tutti coloro che ho conosciuto». Ora Marco si prepara a Torino alla Sisport ed è tesserato per la Briantea ’84 di Cantù. Si allena con un tecnico che lo segue a distanza.

A Rio gareggerà dal 10 al 13 settembre nei 50 stile libero, nei 100 rana, nei 200 misti e nei 400 stile. «Sarei felice se riuscissi a partecipare almeno a una finale e concretamente la rana (nella quale detiene il primato italiano e ha conquistato il bronzo europeo, ndr) potrebbe offrirmi quest’opportunità». Al tennistavolo Dolfin è comunque rimasto legato: «Con Patrizia ci sentiamo telefonicamente ogni tanto e continuo a tenermi informato sui successi di Lorenzo Cordua, che talvolta è stato mio compagno di allenamenti. Ha fatto in poco tempo dei progressi enormi, è giovane, ha una bella testa e lavora molto. Speriamo d’incontrarci in futuro in altre occasioni internazionali».