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Federico Falco Europei 2017 2L'Italia è appena tornata dai Campionati Europei paralimpici di Lasko, in Slovenia, ai quali ha conquistato una medaglia d'argento a squadre in classe 9 con Amine Kalem e Samuel De Chiara e due bronzi nei singolari con Federico Falco in classe 1 e Giada Rossi nella 2. Il direttore tecnico Alessandro Arcigli analizza la rassegna continentale degli azzurri con le consuete chiarezza e precisione.

«Concludere un Europeo con tre medaglie - spiega il dt - è sempre motivo di soddisfazione. Se si valuta, però, che avrebbero realisticamente potuto essere qualcuna in più, l'amaro in bocca rimane. Dobbiamo comunque pensare che nei singolari sono saliti sul podio due giovani 23enni e che entrambe le loro medaglie avrebbero potuto essere di colore diverso. Questa considerazione ci va vedere il bicchiere mezzo pieno o del tutto pieno. Giada e Federico nei prossimi 20 anni potranno dire la loro a livello sia europeo sia mondiale. Falco ha perso due incontri al quinto set, uno contro il campione paralimpico Robert Davies, avendo moltissime possibilità di vincere, e la semifinale con Thomas Matthews, che era ancora più nettamente alla sua portata. Ha ceduto, insomma, ai due finalisti, dopo aver meritato di vincere con entrambi. Gli è mancata sicuramente l'esperienza nel gestire la tensione e l'attitudine a vivere quei momenti e del resto era la prima grande manifestazione che giocava da protagonista. Si è comunque confermato un atleta di primissimo piano».

Giada Rossi timeout con dt ArcigliDiscorso diverso per Rossi:«Giada è ormai indubbiamente l'europea più forte e dunque qualsiasi risultato diverso dalla vittoria non può lasciarci completamente soddisfatti. Bisogna prendere atto che la semifinale contro la polacca Dorota Buclaw è stato un match di altissimo livello e che la nostra atleta non ha lasciato nulla d'intentato. Non è stata lei a giocare male, piuttosto l'avversaria a esprimersi al di sopra delle sue possibilità. Si erano già incontrate due volte, alle Paralimpidi di Rio, nelle quali nei quarti la Buclaw era in vantaggio per 2-1, e nel torneo prima di Lasko, a Ostrava, nella finale, che era stata un partita rocambolesca. I numerosi che hanno seguito la sfida in streaming si saranno accorti che Giada contro questa pongista non riesce ad applicare la sua tattica vincente, con i pallonetti che tornano indietro, perché non le arrivano palline che consentano questa tecnica particolare. Deve inventare qualcosa d'altro e non sempre ci riesce».

Amine Kalem e Samuel De Chiara Europei 2017Il metallo più pregiato è stato quello a squadre di Kalem e De Chiara:«Nel 2015 a Vejle, in Danimarca, i team ci avevano dato tre medaglie, fra le quali l'argento di classe 1. Quest'anno quella gara non si è svolta, per l'improvvisa indisposizione di un ungherese, che ha limitato il numero di compagini iscritte. Un podio sicuro è sfumato. In classe 9 abbiamo schierato una coppia inedita nei grandi eventi, con Amine affiancato da un classe 8. Ho preferito Samuel in quanto mancino e dunque più adatto a permettere al suo compagno destro di muoversi meno. La disabilità alla gamba di Kalem sarebbe stata meno sollecitata. Siamo stati premiati, battendo nel girone la Svezia campione mondiale in carica. La semifinale è stata più agevole contro la Finlandia e in finale avremmo potuto vincere il doppio, con l'ultimo singolare che sarebbe stato alla portata di De Chiara, con il numero 2 belga Despineux, che è un classe 7. Questo argento in una gara a squadre in piedi pesa moltissimo e si aprono orizzonti con prospettive rosee anche per il futuro».

Michela Brunelli Europei 2017Passando in rassegna gli altri azzurri nell'individuale, «Michela Brunelli in classe 3 ha pagato moltissimo la mancanza di feeling con le attrezzature tecniche utilizzati a Lasko. Non si è trovata a suo agio con la tipologia di tavolo, che non valorizzava le sue variazioni di effetto, che sono il suo punto di forza, e ha dovuto rivedere la sua tecnica. Anche l'aspetto psicologico ha risentito di una sua insicurezza tecnica. Andrea Borgato ha avuto delle prestazioni non Andrea Borgato Europei 2017soddisfacenti e il superaramento quantomeno del girone era ampiamente nelle sue possibilità. È purtroppo incappato in una delle sue giornate negative, determinate dalla sua condizione fisica, e la sfortuna di aver dovuto incontrare entrambi gli avversari nella stessa giornata lo ha penalizzato. Tecnicamente era in forma, il problema è stato fisico».

In classe 2 «Peppe Vella ha disputato un Europeo favoloso, affrontando un campione come lo slovacco Jan Riapos, già più volte oro paralimpico e mondiale, e l'ottimo serbo Goran Perlic e con entrambi ha perso per 3-2, lottando alla pari. Federico Crosara, invece, non è riuscito assolutamente a confermare i progressi mostrati negli ultimi mesi. Peppe Vella e Federico Crosara Europei 2017La tensione di una responsabilità cui non è abituato lo ha bloccato. Mi sarei aspettato da lui la stessa esplosione che ha avuto Falco e invece non è avvenuta. In classe 3 Matteo Orsi e Alessandro Giardini sono inesperti ai massimi livelli e bisognava vedere come avrebbero reagito allo stress agonistico. Matteo, avvantaggiato dai suoi 19 anni, ha giocato con una spregiudicatezza, una sicurezza e una fiducia in se stesso che non mi aspettavo. Ha battuto nel girone un fuoriclasse come Alessandro Giardini e Matteo Orsi Europei 2017l'austriaco Egon Kramminger, che ha già partecipato a cinque Paralimpiadi consecutive ed è già certo di andare alla sesta, e in tabellone ha ceduto al russo Vladimir Toporkov, atleta di spessore, solo per 11-9 al quinto set, con uno spigolo all'ultimo punto, al termine di una battaglia. Non avrebbe potuto fare di più. Anche Giardini era alla prima manifestazione di questo livello e la tensione lo ha frenato. Ha combattuto e non ha demeritato, ma è sembrato un po' condizionato dall'emozione. Le abilità tecniche ci sono e l'impegno che mette in campo non manca mai e dunque Alessandro merita una seconda occasione».

Sul fronte delle classi in piedi «in classe 6, che contava un numero record d'iscritti, lo standard medio era molto alto ed era complicato già solo Raimondo Alecci e Donato Gallo Europei 2017passare il girone. Raimondo Alecci ce l'ha fatta, perdendo da uno più bravo come l'inglese David Paul Wetherill e prevalendo su uno meno bravo come il tedesco Tim Laue. In tabellone si è giocato la sua carta contro il croato Pavao Jozic, che ha una capacità di movimento molto superiore alla sua. In classe 8 i due giovani Samuel De Chiara e Francesco Lorenzini non avevano come obiettivo il passaggio del girone, ma continuare il loro percorso di crescita che li porta a essere a un livello onorevole, non sufficiente però a competere con i più forti. Applausi a loro per aver ben interpretato il loro ruolo».

Francesco Lorenzini Europei 2017In classe 10 «Lorenzo Cordua sta sviluppando un'attività di livello internazionale e al Centro Federale di Formia è cresciuto fisicamente, mentalmente e psicologicamente. La scelta di farlo allenare lì è stata vincente, però ha solo 17 anni e bisogna ancora avere pazienza. In classe 9 da Kalem ci aspettavamo un risultato adeguato al suo curriculum. Venendo da un bronzo paralimpico, avrebbe potuto conquistare un posto sul podio. Non è entrato in semifinale, superato dallo stesso spagnolo Juan Bautista Perez Gonzalez sul quale si era imposto nettamente a Rio. A Lasko il risultato si è ribaltato e questo deve fare riflettere. In Lorenzo Cordua Europei 2017 2previsione di Tokyo 2020, bisognerà ricominciare a lavorare con lo stesso spirito che ha contraddistinto la preparazione per Rio. La concorrenza è molto agguerrita e tutti studiano Amine e sono pronti ad affrontarlo. Deve fare qualcosa in più dal punto di vista tecnico e fisico, per alzare ulteriormente il suo livello di competitività».

Ultimo capitolo è quello delle tre squadre non andate a podio:«in classe 2 Crosara e Vella erano stati bronzo agli ultimi Europei e Mondiali ed era attesa una conferma del risultato. La Francia, detentrice del titolo e vicecampione iridata, come previsto, ci ha battuti, poi però, in modo inatteso, ha ceduto alla Repubblica Ceca. Ci siamo trovati nella condizione di battere i cechi per 2-0 per qualificarci al tabellone, mentre speravamo potesse bastare il 2-1. Questo condizionamento psicologico ha dato pressione e ci ha costretti a delle scelte, anche nella definizione della formazione, diverse rispetto a quelle programmate. Il doppio è stato, come sempre, il nostro punto di forza, e poi Peppe era obbligato a battere Suchanek, che era arrivato a medaglia nell'individuale e si è affermato con un triplice 11-9. Sull'1-1, il secondo singolare è diventato così ininfluente e ha prevalso chi aveva la motivazione di aver già passato il girone rispetto a chi non aveva nulla da giocarsi. In classe Orsi e Giardini hanno fatto esperienza contro i fortissimi ucraini e contro l'Austria, che ha un doppio collaudato».

Rossi e Brunelli hanno affrontato la competizione di classe 2-3 da campionesse del mondo in carica. «Il livellamento è elevatissimo e tutto può accadere. Abbiamo perso due partite avendo quattordici match-point a favore nei doppi, sei contro le turche e otto contro le croate. Questa volta è andata così. Giada e Michela le hanno provate tutte. Le situazioni sono girate tutte male, ma siamo tranquilli di avere una grande coppia. L'anno prossimo sarà di riposo per quanto riguarda le squadre, essendoci solo i Mondiali individuali, ma nel 2019 gli Europei e nel 2020 le Paralimpiadi le vedranno ancora sicure protagoniste».