Banner MINI bando Over65 B 3

Centro Federale di FormiaL’Italia ha terminato i Campionati Europei giovanili di Zagabria al terzo posto nel medagliere. Con un oro, un argento e un bronzo, gli azzurri hanno ottenuto lo stesso bilancio della Francia e meglio di loro hanno fatto solo la Russia e la Romania. Un risultato che promuove a pieni voti il lavoro che dal settembre scorso si sta svolgendo al Centro Federale di Formia ed è musica per le orecchie del direttore tecnico Patrizio Deniso. « Sarei spinto a togliermi qualche sassolino dalle scarpe - esordisce il dt - ma non ne ho né la voglia né l'intenzione. In questo momento, innanzitutto, vorrei ringraziare il presidente Franco Sciannimanico, il Consiglio Federale e gli altri protagonisti di questo successo, ovvero atleti e tecnici, il preparatore atletico Vincenzo Scipione, chi lavora  dietro le quinte, tutto il settore tecnico. Un grande grazie va a Lidia Giannini, Stefano Maiorana, Alessia Bertini e Richard Colamedici, ai dirigenti e agli allenatori delle società e a tutti coloro che hanno creduto e credono, adesso ancora di più, in questo progetto. Lasciando  i commenti tecnici ai diretti responsabili, vorrei  esprimere solo alcuni concetti».

Quali?

«Queste medaglie sono il risultato del lavoro di un gruppo, che opera insieme e non a compartimenti stagni. Antonio Gigliotti, Lorenzo Nannoni, Valentino Piacentini e Sebastiano Petracca hanno avuto un ruolo concreto e attivo nello sviluppare e portare avanti i programmi d'allenamento su tutti i giocatori presenti a Formia e non solo su quelli di propria responsabilità. Questi tecnici fanno di questo lavoro la loro professione e lo fanno bene. In Europa si stanno accorgendo che esiste un centro Federale chiamato CPO Formia dove si fa tennistavolo. Cerchiamo di prendere tutto quello che di buono sta esprimendo questa, per noi nuova, struttura, per educare e formare, con il giusto atteggiamento e filosofia, la periferia».

Formia, dunque, è di tutti?  

«Deve poter essere un mezzo, uno strumento di crescita tecnica, non solo per coloro che la frequentano giornalmente, ma per tutto il movimento pongistico italiano. La nostra scuola italiana deve partire da qui. La strada intrapresa è quella giusta. Se vogliamo davvero arrivare in alto come Federazione e crescere di qualità, è necessario lavorare come un'orchestra che suona all'unisono, senza che qualcuno stecchi per ripicche o invidie personali. Per fare questo bisogna essere uniti e lavorare insieme, cercando di disincrostare vecchi rancori. Bisogna avere una visione generale forte e non personale, poche regole chiare e condivise per il bene del tennistavolo italiano, e non per un rendiconto personale ed egoistico».

Nessun personalismo, insomma, ma un obiettivo comune, condiviso e ricercato insieme?

«Un progetto non è un buon progetto o un progetto efficace solo perché avvantaggia o promuove un interesse personale o politico. Deve esserlo perché è indirizzato a un interesse generale. Per questo grazie ancora a quelle società e ai loro dirigenti e tecnici che ci hanno permesso di avere atleti predisposti a essere formati e guidati a conquistare queste bellissime medaglie».

Quali saranno da fine agosto le novità a Formia?

«Non si allenerà più con noi Elisa Armanini, che ha mandato un’e-mail di rinuncia, e avremo delle new entry. Oltre all’ingresso dell’atleta paralimpico Lorenzo Cordua, che è già stato ufficializzato, ci saranno quelli di Alessandro Baciocchi, Carlo Rossi e Simone Sofia».

Alessandro sarà dunque il terzo senior, con Jordy Piccolin e Luca Bressan, che passerà di categoria, presente al Centro?

«Vogliamo evitare di commettere l’errore di perdere gli atleti di 20-21 anni, che non hanno una costanza di allenamento all’interno di una struttura che li monitori continuamente. Ho spinto affinché Alessandro facesse la scelta di venire a Formia per non rischiare che le sue potenzialità non venissero valorizzate. Il nostro Centro si è rivelato una realtà perfetta per lavorare al meglio sotto tutti i punti di vista».

Rossi approderà a Formia nell’anno in cui diventerà junior.

«Per lui sarà un momento particolare, perché dovrà capire che essere al Centro Federale non è come stare in una società. I ritmi di allenamento, l’intensità e anche lo stress sono diversi e quindi all’inizio avrà bisogno di ambientarsi. Su Carlo e John Oyebode abbiamo anche un progetto particolare con il Master College di Ochsenhausen, in Germania, dove periodicamente andranno ad allenarsi, seguiti da Valentino Piacentini. Cercheremo di mandare anche il nostro preparatore atletico Vincenzo Scipione, in modo da capire quali metodi vengano utilizzati e riprodurli anche da noi, così da avere una linea comune di lavoro. Lì ci sono dei ragazzi forti, come i francesi Gauzy e Akkuzu, il brasiliano Calderano, il polacco Dyjas e alcuni giapponesi, che si allenano con dei coach francesi e croati. Il manager è l’ungherese Daniel Zwickl, che io ho avuto come giocatore. Facciamo parte di questo progetto grazie all’esistenza di Formia, perché i responsabili inseriscono al loro interno solo atleti che abbiano continuità di allenamento. In futuro anche altri pongisti, in grado di seguire un certo percorso, potrebbero andare a Ochsenhausen oltre a Carlo e a Johnny»

Sofia sarà dunque il più giovane a Formia?

«È un 2003 interessante e mentalmente lo abbiamo trovato molto motivato a fare questa esperienza. Siamo sicuri che ne trarrà grandi benefici».