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Apuania Carrara campione dItalia 2017 2018Con quattro scudetti negli ultimi sei anni l'Apuania Carrara è diventata  certamente la realtà di riferimento del tennistavolo italiano in campo maschile. «A inizio stagione - afferma il presidente Alessandro Merciadri - ci eravamo dati l'obiettivo di disputare un campionato di vertice e di arrivare almeno nelle prime quattro, per centrare l'accesso ai playoff e poi giocarcela. Quando si rivoluziona una squadra, come abbiamo fatto noi, non esiste mai la certezza di riuscire a confermarsi».

Beh, però avevate comunque preso dei giocatori di valore. 

«Mihai Bobocica è senza dubbio una garanzia, Sadi Ismailov, invece, pur conoscendo le sue qualità di atleta di spessore internazionale, veniva a giocare in un campionato per lui nuovo e avrebbe potuto essere un'incognita. Nel corso della regular season ci siamo resi conto che la squadra era in effetti competitiva, ma come noi ce n'erano altre, come Milano, Lomellino e Castel Goffredo. Un andamento senza alti e bassi ci ha consentito di elevarci un po' rispetto agli altri e di classificarci al primo posto».

Possiamo dire che Ismailov sia stato una piacevole sorpresa?   

«La sua costanza di rendimento è stata abbastanza sorprendente. È cresciuto e ritengo che la possibilità di allenarsi al Centro Federale di Formia gli abbia giovato. Ha dato delle grandi dimostrazioni di solidità, mentale e fisica. Ha un gioco che mette notevole pressione sugli avversari».

Com'è stata la stagione di Bobocica?

«Il fatto che, come del resto Ismailov, svolga un'intensa attività internazionale può portarlo a non essere sempre al massimo in campionato. È peraltro un professionista serissimo e rimane sempre e comunque un elemento di grande affidabilità in termini di risultati. Quando gli obiettivi più importanti si avvicinano lui c'è e infatti nella partita di ritorno della finale è stato decisivo».

Mattia Crotti ha fatto ciò che vi aspettavate da lui?

«È un ragazzo che fa sempre la sua parte, ha una notevole esperienza e con il suo modo di giocare spesso riesce a fare la differenza. Nella semifinale d'andata a Castel Goffredo il suo successo su Marco Rech Daldosso è stato molto significativo, così come il punto portato a casa contro Matteo Mutti nella finale d'andata a Milano».

Che valutazione si può fare su Lorencio Lupulesku? 

«È un pongista molto istintivo e nelle giornate in cui riesce a essere efficace può ottenere dei risultati di valore. Ha avuto un impiego maggiore all'inizio, poi con il passare delle giornate il suo impegno rispetto agli altri è calato. Quando non ha giocato ha comunque fatto gruppo, sostenendo con grande trasporto i compagni, e anche in questo ruolo la sua presenza si è fatta sentire».

Nel ritorno della finale c'è stato il timore che la situazione potesse complicarsi?

«I ragazzi sono stati molto bravi ad andare in vantaggio per 3-1, poi sono scesi in campo Bobo e Leonardo Mutti, che era avanti per 2-1 e nel quarto set è stato più volte a due punti dal match. Se ce l'avesse fatta, nell'ultimo singolare si sarebbero affrontati Crotti e Matteo Mutti. A quel punto sarebbe stato tutto da vedere e avrebbe anche potuto essere necessaria la "bella". Non ce n'è stato bisogno, perché Bobocica ha fatto il Bobocica».

La finale è stata una delle più belle degli ultimi anni? 

«C'è stato grande equilibrio, che già si era visto in regular season con i due pareggi. Alla fine noi siamo arrivati al traguardo imbattuti e loro hanno subìto una sola sconfitta, proprio nell'ultima sfida. Il Milano Sport è veramente una bella squadra e la gioventù la rende anche una compagine di grande prospettiva».

La vostra è stata un'annata perfetta? 

«Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi, conquistando anche la Coppa Italia, alla quale tenevamo moltissimo, essendo tornata in calendario dopo qualche decennio. Mancava dunque dalla nostra bacheca, che ora è più completa. Avremo anche l'opportunità di disputare la Supercoppa contro il Cral Comune di Roma e proveremo ad aggiudicarcela. Sarà un'altra occasione di visibilità per il nostro sport».

Cosa significano i quattro scudetti in sei anni ?

«Sono un attestato di continuità, perché a loro si aggiungono una finale e una semifinale, come a dire che ai playoff siamo sempre arrivati. Non è detto che sarà sempre così, ma in questi anni abbiamo dato un bel segnale».

L'intenzione è di rimanere ai vertici?

«Il prossimo anno faremo il possibile per allestire un team in grado di allungare questa tendenza virtuosa e approdare nuovamente alla post season».

Al di là della A1, il bilancio è positivo un po' su tutti i fronti, vero?

«Siamo l'unica società in Italia ad avere compagini in tutti campionati nazionali. Ci eravamo prefissati di mantenere le categorie e ci siamo riusciti. Siamo andati anche oltre, perché la B1, trascinata da Paul Alex Goglogeanu e Matteo Petriccioli, è stata promossa, andandosi ad aggiungere all'altra squadra che in seconda serie si è piazzata terza. Siamo soddisfatti».