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altSi è concluso ieri l’altro nella piccola città di Marpingen in Germania il training-camp giovanile europeo, svoltosi dal 9 al 16 agosto, che fa parte del cosiddetto Progetto Olimpico 2020 dell’ETTU, volto al miglioramento complessivo delle più giovani speranze dei vari paesi europei per, attraverso la messa in comunione di competenze e scambi di esperienze, potersi avvicinare quanto più possibile al livello dei cinesi. Vi hanno partecipato 76 piccoli atleti in rappresentanza di 13 federazioni: Bielorussia, Belgio, Bulgaria, Inghilterra, Germania, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Portogallo, Scozia, Spagna, Galles.
Le sessioni di lavoro sono state arricchite da discussioni, confronti e scambi tra tecnici, da appuntamenti serali con l’ausilio di video e dalla sessione dimostrativa presentata dal giocatore croato Andrei Gacina, n. 67 del ranking mondiale.
L’Italia ha partecipato con due gruppi. Quello maschile guidato da Sebastiano Petracca con gli atleti Daniele Pezzi, Michele Candelori e Jordy Piccolin, quello femminile guidato da Giuseppe Del Rosso di cui hanno fatto parte Francesca Trotti, Michela Albertinelli e Aurora Bertocchi.
I due tecnici che abbiamo sentiti al loro rientro riferiscono di una esperienza fortemente positiva gestita con grande competenza tecnica dagli allenatori Istvan Korpa e Branka Batinic. Il lavoro si è svolto sulla base di tre sessioni giornaliere durante le quali si è lavorato molto, oltre che sulla tecnica, su aspetti da fortificare e migliorare come ad esempio sull’aggressività di gioco e sul gioco di gambe. I nostri tecnici hanno avuto la soddisfazione di sentire considerazioni molto positive, da parte dei loro colleghi, sulle qualità degli azzurrini, che tra quelli presenti sono stati considerati tra i migliori. Giudizio confermato durante il torneo finale che è stato fatto disputare a tutti i partecipanti che ha visto, nel femminile, la vittoria proprio della nostra Francesca Trotti, giocatrice della società Alto Sebino, che ha conquistato il successo con una qualità di gioco molto apprezzata. Tutto bene dunque a Marpingen se non le condizioni un po’ spartane e pionieristiche con telefoni senza campo e con gli allenatori che hanno dormito in sei in una stessa stanza.