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Timo Boll campione dEuropa 2018 ad AlicanteIl capolavoro della sua carriera lo aveva già compiuto arrivando in finale per la prima volta ai Campionati Europei. Al romeno Ovidiu Ionescu è solo mancato il "delitto perfetto" ai danni del tedesco Timo Boll, che il killer instinct ce l'ha nel sangue e ad Alicante lo ha confermato più di una volta, l'ultima in semifinale, sull'orlo della sconfitta contro il giovane connazionale Patrick Franziska.

Non sarà più nel fiore degli anni e la condizione fisica del momento, dopo un infortunio, non è la migliore possibile, ma per batterlo i colleghi continentali devono essere supercompetitivi dal primo all'ultimo punto.

Con il successo per 4-1 (6-11, 11-7, 11-9, 11-6, 11-5) il 37enne mancino di Erbach, testa di serie numero 1, ha allungato la sua collezione di titoli, arrivando a quota sette, dopo quelli del 2002, 2007, 2008 2010 2011 e 2012, cui si sommano i cinque in doppio (2002, 2007, 2008, 2009 e 2010). Tutte le volte che ha raggiunto la finale ha vinto

Eppure il 29enne di Buzau, che era il n. 25 del seeding, aveva iniziato la sfida come meglio non avrebbe potuto, conducendo costantemente il primo set e non lasciando mai all'avversario opportunità di rientro (11-6).

Sulle ali dell'entusiasmo, si è portato avanti anche nel secondo (4-1), poi è partita la riscossa di Boll, che ha rimontato da 4-6 a 10-6 e ha chiuso al secondo set-point.

A rompere l'equilibrio del terzo parziale (5-5) è stato ancora il teutonico, che ha conquistato un piccolo vantaggio e lo ha conservato fino alla doppia palla set (10-8). La bella risposta di Ionescu ha annullato solo la prima (11-9).

Il romeno nella quarta frazione è tornato in testa (4-2) e il tedesco lo ha ripreso (4-4). Sul 6-5 per lui la panchina romena ha chiesto il timeout, ma la musica non è cambiata (10-5). Alla seconda chance è andato in porto l'11-6.

Nel quinto parziale Ionescu ha retto fino al 4-4, poi Boll ha operato lo spunto decisivo (7-4) ed è andato a prendersi la vittoria, l'abbraccio del suo tecnico Jörg Rosskopf, oro nel singolo nel 1992 e nel doppio, con Vladimir Samsonov, nel 1998, e il meritato applauso del pubblico.