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altLorenzo Nannoni, tecnico della nazionale assoluta maschile, commenta e analizza le prestazioni dei suoi giocatori all’Open di Slovenia dove dagli atleti ci si aspettava qualcosa di più.

Cominciamo con Stoyanov?
“Per quanto riguarda Stoyanov: la gara ed il periodo preparatorio (stage dal 3 all’8 gennaio e dall’11 al 18 gennaio) sono stati condizionati pesantemente da un infortunio alla caviglia sinistra). Difficile dare un giudizio sulla prestazione non tenendo conto del piede. Non è un buon periodo di forma per lui ma sta provando a lavorare sodo e sta migliorando il servizio. Ha ancora delle insicurezze legate ad alcuni suoi dubbi sull’impugnatura. Questi aspetti sono però solo delle distrazioni che ne distolgono l’attenzione dagli aspetti che veramente contano. Fra gli altri, il saper aspettare con pazienza i miglioramenti senza cercare scorciatoie che alla fine creano solo insicurezze al suo gioco. Infine c’è da aigirargli il recupero dell’integrità fisica, che negli ultimi mesi spesso è mancata, come presupposto fondamentale per potersi concentrare solo sull’allenamento e prenderne i benefici nel tempo.”
 
La prestazione di Tomasi?
“Stefano ha giocato benino nell’unica partita disputata contro il giovane russo Shibaev. In vantaggio 2 a 0 ha avuto delle occasioni, compreso un set point , per portarsi sul 3 a 0. Poi è iniziata un’altra partita con il russo in crescita e difficile da contenere. Ancora una volta Stefano mette in mostra una discreta attitudine a sporcare il match con l’avversario che si ritrova a commettere errori “inaspettati”. Dovrebbe, e dovremmo, trovare il modo per fargli affrontare con questo standard partite molto più logoranti mentalmente. Sarebbe per lui e per tutta la squadra un bel passo avanti.”

Bobocica ha perso una partita incredibile, giusto?
“Bobocica ha avuto sprazzi di bel gioco legati a momenti di confusione.  Questo ha caratterizzato la gara di Mihai. La partita di singolo contro Pete è partita in salita con l’avversario che si esprimeva ad un livello superiore alle aspettative. Poi Mihai ha iniziato a macinare gioco servendo molto bene dando l’impressione di poter gestire il match. Sul 3-1 10-7 per lui una palla sparata un po’ a caso di rientro col rovescio e 2 servizi non giocati come al solito hanno riportato in partita l’avversario. Da lì in poi Bobo non è stato più in grado di riportare sotto controllo il match complice anche l’avversario che comprendeva di poter vincere e giocava punti notevoli. Resta il grosso rammarico da un lato per non aver sfruttato i 3 match point e, dall’altro, per non aver avuto la capacità di riprendere in mano la partita come era successo contro Habeshon in Polonia. Tecnicamente dimostra di essere una classe superiore a molti giocatori più affermati di lui, però pecca nella tenuta mentale che è un po’ il suo tallone d’Achille.”

Veniamo ai due giovani, cominciamo da Pavan?
“Federico ha giocato piuttosto bene, è sembrtoa più tranquillo e riposato rispetto al torneo giovanile del Portogallo. Compie errori dovuti alla giovane età ed alla poca esperienza internazionale dove, non va dimenticato, il modo di giocare è molto diverso rispetto a quello a cui sono abituati i nostri ragazzi. Delle volte gestisce male il flip che utilizza troppo spesso come colpo con cui cercare il punto subito invece che come colpo con cui crearsi una situazione tattica vantaggiosa. Ha bisogno  di fare esperienza e giocare tante partite per imparare a costruire il proprio gioco in modo meno estemporaneo possibile. Nel complesso da sempre l’impressione, almeno in questa occasione, di avere soluzioni possibili per le diverse situazioni di gioco che si vengono a creare.”

Resta Dernini?
“Anche Simone non ha  giocato male dimostrando di essere in partita con avversari importanti. L’impressione è che può rischiare qualcosa in più ma è come se fosse frenato dalla paura di strafare. Si costruisce discretamente il punto ma poi, si vede chiaro, non ha l’abitudine a chiuderlo. Anche per lui pesa l’abitudine ad ottenere, nelle manifestazioni nazionali, punti senza troppo rischiare o se vogliamo in modo troppo difensivo. Questa strategia paga poco a livello internazionale e, nell’assoluto, non paga per niente. Tra le altre cose dovrà migliorare questo aspetto che non significa giocare rischiando troppo ma imparare, pur costruendosi il punto in modo calcolato, a chiudere con determinazione lo scambio senza remore.”