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Come ogni anno gli Europei Giovanili concludono la stagione. In questa intervista a Joze Urh il tecnico azzurro degli allievi ripercorre un anno che ci ha dato soddisfazioni, tante, e qualche piccolo rimpianto anche con la sua squadra che un anno fa era considerata, come ha poi confermato in larga parte con una serie di medaglie, di essere quella che avrebbe potuto portarci i maggiori successi a livello giovanile.

Joze un anno da protagonisti come ti aspettavi?
''Come tutti gli anni anche quest'anno possiamo dirlo: finiti gli Europei, finita la stagione.
Per la squadra allievi maschile e stato un anno molto intenso dai tutti i punti di vista. Nell'agosto del 2008 siamo stati un mese in Cina, dopo abbiamo fatto diversi tornei come gli open di Slovacchia, Portogallo, Ungheria, Svezia, R. Ceca e Malta, tanti raduni  in Italia e anche un raduno internazonale sotto la guida dell'ITTF.
La squadra e` stata composta da Mutti Lonardo e Seretti Damiano come i due elementi fissi e da Baciocchi Alessandro, Piria Ricardo e Di Marino Alessandro che si sono alternati.
Dal punto di vista dei risultati e` stato un anno verramente molto positivo perche` siamo riusciti ad andare sempre a medaglia sia a squadre  sia nel doppio Seretti- Mutti oppure nel singolo con Mutti. Quasi tutti i tornei sono stati di alto livello, questo vuol dire che mancava pochissima gente. Tutto questo ci faceva ben sperare per poter guardare con ottimismo alla gara piu importante dell'anno: i Campionati Europei a Praga.«

A parte il tuo infortunio, ti aspettavi qualcosa di meglio?
''La preparazione prima degli Europei la abbiamo fatta a Terni. Visto che gli esami a scuola sono finiti molto tardi siamo riusciti a fare solo 10 giorni di allenamnto   che e`  assolutamente troppo poco. Per una preparazione ottimale mi servirebbero almeno 20 giorni.
La squadra e` stata composta da Mutti Leonardo, Seretti Damiano, Baciocchi Alessandro e Piria Ricardo. Una squadra che va considerata giovane, visto che Mutti e Baciocchi sono allievi ancora l`anno prossimo.
Il nostro obbiettivo principale e` sempre di non perdere con i giocatori di livello inferiore rispetto a  noi e di confermare le nostre posizioni in tutte le categorie. Agli Europei di quest anno lo abbiamo sempre fatto tranne nella gara a squadre dove abbiamo migliorato la nostra prestazione dell'anno scorso di 5 posti pero` siamo arrivati dietro di un posto rispetto alle classifiche Europee di quest'anno. Rimane il rammarico nella gara di doppio misto dove secondo me, ma ho letto che Del Rosso ha fatto la stessa valutazione, Mutti  e la Trotti potevano andare anche a medaglia visto che il sorteggio era abbastanza favorevole.''

Dunque tutto sommato non rimprovereresti nulla ai ragazzi su Praga?
''Confermare la proprie qualità e non fare passi falsi e` sempre un segnale positivo che vuol dire avere  una qualità costante. Questa e` necessaria per poter diventare un giorno un bravo giocatore. Quello che però ci manca ancora è avere il coraggio e la bravura di fare nei momenti importanti e decisivi qualche volta anche i passi grandi, cioè battere anche i giocatori di livello superiore al nostro.  Abbiamo ancora troppo rispetto, timore reverenziale, nei confronti dei giocatori di certi paesi anche quando questo ormai non ci vuole più.
Quest anno a Praga nella categoria allievi non ci sono state molte sorprese. Gauzy e Soderlund hanno confermato la loro superiorita e nessuno e` stato loro vicino. La sfortuna di Mutti e` stata di trovare proprio Soderlund negli ottavi.  Questi due sono di un livello che si può paragonare anche con i migliori juniores. E proprio nella gara juniores e` stata una vera sorpresa la finale tra il 4. Francese ed il 3. Tedesco. Dimostrazione che non bisogna sempre quardare le classifiche facendosi condizionare già prima e  invece avere la fiducia nei propri mezzi di poter battere anche la gente che e` davanti a noi.'' 

In effetti tu hai sempre spinto su questa necessità di cambio di mentalità, sbaglio?
''Certo perchè e` proprio qui che comincia a farsi la differenza tra un giocatore bravo e un campione. Facciamo un esempio riferito a giocatori adulti. Un giocatore bravo si allena quanto un campione però ad un certo momento della sua carriera, quando comincia a prendere dei buoni soldi pensa solo come può continuare per  il piu lungo periodo possibile a  tirare  ancora avanti cosi`. Mantenere la propria posizione  è quello che conta per lui non rendendosi conto che dentro di se sta diventando un giocatore  senza ambizioni.  Il giocatore senza ambizioni e traguardi importanti e` un giocatore morto. Il campione invece ha davanti a se sempre i traguardi importanti al livello europeo, mondiale, etc. In ogni allenamento fa tutto per realizzare questi sogni, traguardi molto importanti. Così ogni anno parte molto carico con degli obbietivi ben precisi. I contratti e gli ingaggi sono per lui solo una conseguenza di quello che sta facendo e non invece l`obbietivo principale come succede nel caso di un cosiddetto ˝giocatore bravo˝.
Questa mentalità  dobbiamo  riuscire a portarla nella mente anche di quei nostri giocatori che hanno  deciso di fare questo sport sul serio e a tempo pieno. Tanto allenamento e sacrificio, gli obiettivi ben precisi in testa e più coraggio nei momenti decisivi.''