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altLorenzo Nannoni, responsabile tecnico della nazionale maschile assoluta è appena rientrato dai Mondiali di Yokohama dove gli azzurri hanno avuto prestazioni con luci ed ombre.
L’esperienza giapponese è cominciata con un periodo di preparazione e stage prima in Ungheria e poi in Cina?
“Si avevamo programmato con cura anche l’avvicinamento al mondiale, un lavoro sempre necessario ed utile prima di queste grandi competizioni. L’esperienza ungherese, dove ci troviamo sempre molto bene, stavolta è stata un po’ inferiore alle aspettative a causa di assenze importanti tra i giocatori ungheresi con i quali ci siamo allenati. Poi ci siamo trasferiti in Cina dove il lavoro fatto è stato come sempre di ottima qualità, in un ambiente adeguato e con sparring all’altezza del loro compito.”
Poi finalmente siete arrivati in Giappone…
“Complessivamente dico subito che siamo andati sotto le previsioni anche se questo giudizio riguarda soprattutto Bobocica. Cominciamo con Yang Min, il quale ha perso da Korbel, un avversario sempre e ancora difficile, col quale Yango ha comunque giocato bene, set tirati. Nel singolo in sintesi ha fatto il suo, mentre nel doppio con Bobo non mi hanno soddisfatto, hanno giocato male.”
Tomasi?
“A Stefano non si può rimproverare nulla. Ha vinto il suo girone e poi anche la partita per il dentro o fuori. Ha superato anche l’incognita del difensore lituano. Con il francese ha sfiorato la vittoria nei primi due set poi la partita si è messa male e non ha più recuperato. Ha confermato la sua affidabilità nell’ambito degli avversari alla sua portata e forse stavolta è mancato quel lampo contro qualcuno più forte di lui che in altre occasioni recenti gli era invece riuscito. Nel doppio misto lo ha seguito Csilla che mi ha riferito di prestazioni molto combattive.”
Infine, ma non dulcis in fundo, Bobocica…
“La prestazione di Bobo, ripeto senz’altro al di sotto delle aspettative, si può analizzare in diversi modi. Nel concreto ha sofferto molto i materiali: i tavoli e le palline che si fermavano improvvisamente. Per un giocatore come lui abituato ad aggredire ed attaccare è stato un grosso problema cercare di abituarsi a questi improvvisi rallentamenti, molti automatismi sono un po’ saltati e questo lo ha condizionato. Anche altri giocatori si sono lamentati. D’altra parte, riguardando le immagini dei match, non si può fare a meno di ripensare a come giocava un anno e mezzo fa e di come oggi sia veramente un altro giocatore, è migliorato tantissimo correggendo ad esempio il rovescio che oggi gli consente di essere temuto da tutti gli avversari non solo per il suo gioco di dritto molto efficace.”
Resta però il risultato un po’ deludente.
“Certo come ho detto, inferiore alle attese, deve crescere e maturare nella gestione delle partite e delle competizioni di questo tipo. Migliorare la sua capacità di sopportazione della pressione, giocare bene anche quando si rischia e non solo quando non c’è niente da perdere. Ha avuto la partita in mano quando vinceva 2-1 e 7-2, con la possibilità di fare il break decisivo e invece un punto dopo l’altro ha perso la strada, un po’ come gli era successo a Pechino con Tokic dove comunque ha giocato il miglior tennistavolo della sua vita. La sconfitta ha poi probabilmente condizionato un po’ anche la prestazione nel doppio mentre nel doppio misto si è notato meno grazie anche ad una Stefanova che ho visto giocare veramente molto bene.”